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Quando il ragù alla bolognese é bianco

“Rigatoni with white Bolognese” è la ricetta pubblicata sul New York Times. Ecco come le nostre ricette vengono stravolte all’estero…

Che il made in Italy gastronomico fosse spesso vittima di imitazioni e di falsificazioni non era certo una novità. Ma questa volta a stravolgere una ricetta italiana è addirittura il New York Times. I suoi “Rigatoni with white Bolognese” hanno storcere il naso a tutti. “Il famoso sugo rosso che fine ha fatto?”, si sono chiesti in molti sui social network. E la polemica è servita. Alla faccia del pranzo.

Pizza e tiramisù, lasagne e scaloppine di vitello: ben 6 volte su 10 i nostri piatti vengono traditi…

«Il ragù alla Bolognese ha la sua ricetta originale depositata alla Camera di commercio di Bologna. I ristoranti all’estero possono farla come vogliono, ma se la stravolgono non possono chiamarla nello stesso modo», commenta Giuseppe Boccuzzi, presidente dell’Unione Cuochi Bolognesi, delegazione provinciale della FIC – Federazione Italiana Cuochi.

«È vero – prosegue Boccuzzi – che le nostre regioni, dalla Sicilia al Veneto, dal Piemonte alla Campania, e così via, hanno tutte le loro ricette e non è sempre facile seguirle e rispettarle. Ma il rischio è che i cittadini di un Paese straniero, assaggiando una ricetta “italiana” non eseguita correttamente, pensino che quello sia il piatto originale, quando di originale magari ha soltanto il nome… Se non si riesce a riprodurre in maniera perfetta una ricetta, bisogna almeno fare in modo che sia fedele all’originale come minimo per l’80%, altrimenti non ha senso e danneggia il vero Made in Italy».

Basti pensare alla ricerca realizzata dall’Accademia Italiana della Cucina. Attraverso le oltre 80 delegazioni estere impegnate in 40 paesi stranieri, si è scoperto che all’estero ben 6 volte su 10 i nostri piatti tradizionali vengono puntualmente traditi. E solo nel 40% dei casi risulta “ben interpretata”. Questo accade anche perché quasi la metà (47%) dei cuochi che operano nei ristoranti italiani all’estero non sono italiani, ma soprattutto australiani e messicani. Solo una piccola parte (9%) di questi ha seguito scuole, stage o tirocini nel nostro Paese.

In fatto di piatti, in ordine di “maggiore tradimento”, le delegazioni estere dell’AIC mettono al primo posto la pizza e a seguire il tiramisù, le lasagne, le scaloppine di vitello e la pasta al ragù. Tra le ricette più “abusate” spiccano numerosi piatti tipici regionali, in primis gli spaghetti alla bolognese, i ravioli, gli spaghetti alle vongole, l’ossobuco e i saltimbocca alla romana.

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