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Se Wonder Woman non piace più alle donne

Le Nazioni Unite la mandano in pensione anticipata

Wonder Woman
Wonder Woman DC comics

Una superdonna come lei non è riuscita nell’impresa più difficile: farsi portavoce delle donne, di tutte le donne. Wonder Woman era stata scelta appena due mesi fa dalle Nazioni Unite per rappresentare le tante diversità femminili; oggi ha finito il suo mandato. Pensione anticipata e tanti saluti. Lo comunica la stessa organizzazione delle Nazioni Unite.

La storia di Wonder Woman portavoce delle donne

Risale a due mesi fa la nomina del personaggio dei fumetti come simbolo di una campagna a favore dei diritti delle donne che ha coinvolto anche le attrici Lynda Carter e Gal Gadot. Oggi però sembra non esserci più spazio nemmeno per le due attrici che hanno spesso interpretato il personaggio sullo schermo. Soprattutto ad andare in pensione anticipata è un’idea di femminilità percepita come davvero ‘retrò’. Wonder Woman doveva incarnare il Sustainable Development Goal per l’empowerment di donne e bambine. Sul sito della campagna si leggeva che lo scopo di Wonder Woman era rappresentare le donne e le ragazze che ogni giorno e a modo loro, provavano a superare le barriere e raggiungere i loro obbiettivi.

Lynda Carter
Lynda Carter, ex wonder woman

Le proteste

Eppure non tutte le associazioni femminili sono state del parere che questa fosse la scelta giusta. E per questo hanno spesso manifestato nei mesi passati tutto il loro dissenso. Per esempio è stata lanciata la The Woman SG campaign che ha fortemente ostracizzato il ruolo di Wonder Woman come simbolo della femminilità mondiale. Tra le critiche nei confronti dell’eroina si leggono alcune motivazioni molto forti.

Wonder Woman troppo datata

Secondo gli oppositori, Wonder Woman sarebbe un simbolo troppo datato rispetto alla femminilità moderna che le donne reclamano per sé. Troppo sessualizzata la sua immagine e troppo stereotipate nel tempo le sue caratteristiche fisiche; inoltre i detrattori sottolineano come l’organizzazione internazionale sia dovuta ricorrere ad un personaggio di finzione. E questo pur di trovare un simbolo forte di femminismo. Dall’altro lato le Nazioni Uniti smentiscono il fatto che la scelta di far terminare la campagna sia dovuta alle pressioni esterne ricevute dalle associazioni. “La campagna non sta finendo prima del previsto” ha detto Jeffrey Brez, membro del Dipartimento per la Pubblica Informazione a BuzzFeed News.

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