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Belli e sfortunati (in amore): lo dice la scienza

Uno studio condotto dalla Harvard University rivela come le persone affascinanti mettano poco impegno nel mantenere le relazioni

coppia triste, belli e sfortunati
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Belli e sfortunati in amore: la lista potrebbe essere molto lunga. Dal mondo “reale” a quello “dorato” di Hollywood. E non dipenderebbe solo dai capricci da star abituate a “stancarsi” dei partner in tempi brevi. Ma da un fattore genetico in grado di causare la rottura dei legami.

Bellezza, ricchezza e fascino non bastano per avere una storia duratura. E questo perché chi è abituato a sentirsi guardato e ammirato non si impegna abbastanza nella salvaguardia del proprio amore.

Belli e sfortunati in amore. Ma non nel lavoro

Per anni le ricerche e i sondaggi condotti in tema di fascino, hanno dimostrato che la bellezza esteriore aiuta nel successo. Successo lavorativo, nei rapporti interpersonali, nel superare piccoli ostacoli quotidiani. Ma tutto nella vita ha un prezzo. E se un bel viso e un corpo da urlo sono la carta vincente per una promozione, lo stesso non vale per l’amore.

La bellezza è uno svantaggio per le relazioni romantiche. Non è un caso che bellissime coppie, per la maggior parte delle volte non durino più di una stagione. Paradossalmente risultano essere più longevi i rapporti in cui uno dei due è “bruttino”. O addirittura se i canoni fisici di entrambi in tema di fascino sono alla pari. Dietro all’involucro esteriore che madre natura dona a pochi eletti, possono nascondersi problemi psicologici. Un team di ricercatori coordinati da Christine Ma-Kellams, psicologa all’Università di Harvard e a quella di La Verne in California, ha voluto analizzare l’impatto dell’aspetto fisico sul successo o meno delle relazioni. La ricerca è stata intitolata “I belli sono quelli che divorziano di più e hanno relazioni più brevi?”.

Belli e sfortunati in amore sono stati i protagonisti di quattro studi incrociati sul tema. Dai primi due è emerso che il legame “bellezza e rottura” è assai frequente. Nel terzo che chi è attraente, è più sensibile al fascino di qualcun altro (e non del proprio partner). E nell’ultimo che chi è bello si sforza di meno nel mantenere un rapporto.

Belli e pigri in amore

Il punto fondamentale della ricerca risiede nell’abitudine. Chi è abituato a ricevere complimenti, ad essere corteggiato, a fare colpo al primo sguardo, sarebbe “pigro” in amore. Il fatto di non doversi sforzare nel mantenere vivo un rapporto, nel farsi scoprire dietro un aspetto poco gradevole o di ottenere approvazioni con difficoltà, disegnerebbe profili psicologici poco grintosi nell’impegno di coppia.

Il binomio “belli e sfortunati in amore” esisterebbe per la mancanza di sforzo nel salvare una relazione. “Credo che la bellezza dia maggiore possibilità di scelta – sostiene Christine Ma-Kellams – e questo rende difficile proteggere una storia da ingerenze esterne. Avere tante possibilità non è positivo per la longevità di una relazione”. Meno paura di rimanere da soli? Può darsi. Ovviamente non tutte le persone affascinanti vivono relazioni poco fortunate. Bruttino o bellissimo che sia, il genere umano ha poche possibilità per vivere una storia d’amore che duri nel tempo: la consapevolezza dei propri limiti e la volontà di andare avanti senza fare affidamento su un bel faccino.

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