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Enogastronomia, turismo, arte: combinazione vincente

La mossa vincente per lo sviluppo dell’Italia è quella di abbinare le migliori risorse dell’enogastronomia e dell’arte

Enogastronomia in Italia: degustazioni in cantina
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Enogastronomia, turismo e arte. Ovvero Wine & Art & Tourism: un matrimonio di eccellenza per il turismo in Italia. Che vede crescere questi ambiti per i quali siamo più noti tra i turisti internazionali. Sono infatti cibo, vino, arte, design e paesaggio ad attrarre maggiormente. Combinare un’offerta integrata di questi elementi è la mossa vincente. Secondo dati recenti della Worl Food Travel Association i turisti enogastronomici sono in forte crescita. Il 93% vuole vivere esperienze enogastronomiche memorabili in un viaggio. Il 49% è spinto da ragioni legate all’enogastronomia. L’84% dei turisti enogastronomici abbina esperienze culturali nel corso della propria vacanza.

ENOGASTRONOMIA: LE NUOVE MODE

Ecco dunque la moda delle cantine di design: luoghi di produzione che diventano d’autore perché progettate da architetti di fama nazionale e internazionale. Ma anche le cantine con opere di arte, quasi dei musei. Eventi e festival enogastronomici con performance musicali o artistiche. Musei del cibo e del vino. Anche le dimore d’epoca e gli edifici storici sono molto apprezzati dai turisti internazionali. Il Castello Banfi di Montalcino e quello di Ceretto ad Alba sono un esempio che un’offerta integrata tra enogastronomia ed ospitalità hanno un effetto particolarmente attrattivo.

Sono stati elaborati alcuni dati per verificare il grado di apertura al turismo delle aziende che legano arte e wine rispetto al totale. Nella quasi totalità si tratta di aziende con produzioni di qualità DOCG, DOC e IGT . Il 76% offre servizi di accoglienza turistica di varia natura. Con apertura della cantina al pubblico per degustazioni, eventi e visite, visite guidate della struttura su prenotazione e possibilità di alloggio. Ben il 62% ne offre più di uno. Il dato è un segno di una maturazione del servizio enoturistico che riesce a valorizzarsi anche di attività “terziarie” non legate alla vendita diretta.

Questo tipo di apertura implica la nascita di nuove figure professionali come il responsabile hospitality. E richiede nuove competenze, come la conoscenza delle lingue straniere, la capacità di narrare le storie e le tradizioni con un autentico ed emozionale storytelling. Ma anche il conoscere le dinamiche del mercato turistico e dell’intermediazione. Investire in arte-cultura-cibo genera risultati molto soddisfacenti da parte delle imprese. Che arrivano sia in termini di soddisfazione personale che per l’aumento della visibilità aziendale. Ecco, quindi, che le aziende che hanno intrapreso queste iniziative hanno una maggiore propensione ad aprirsi al turismo rispetto alla media.

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