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Latte italiano, latte garantito. La nuova norma

In vigore l’obbligo di indicare l’origine della materia prima per latte e prodotti lattiero-caseari. Il commento della biologa

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Una conquista per l’Italia nei confronti della Comunità Europea”. Con queste parole la biologa ed esperta in sicurezza alimentare Sabina Rubini commenta l’entrata in vigore della norma che obbliga ad indicare nelle etichette dei prodotti latteo-caseari l’origine della materia prima. La norma, divenuta legge dal 19 aprile scorso, è una notizia che non può che rendere felici i consumatori attenti. E tutti coloro che richiedono una maggiore trasparenza nei prodotti. Il latte italiano sarà d’ora in avanti facilmente identificabile.

Spesa consapevole e tutela del latte italiano

I consumatori vogliono fare scelte consapevoli quando acquistano un prodotto. E ora le etichette dei prodotti latteo-caseari lo permetteranno veramente. La richiesta è una conquista per i consumatori. Ma anche per i produttori italiani, che da tempo chiedevano di avere una legge nazionale. Ora, si stima che saranno complessivamente tutelati oltre un milione di tonnellate di formaggi prodotti e commercializzati in Italia.

Gli unici prodotti che non dovranno rispettare l’obbligo saranno quelli già tracciabili. Ovvero i prodotti biologici, DOP e IGP. Stesso discorso per il latte venduto sfuso, i formaggi porzionati e confezionati all’interno dei supermercati. E naturalmente i prodotti importati, in quanto questa norma “Made in Italy” deve essere rispettata solo per quei prodotti realizzati in Italia.

Le nuove etichette del latte italiano

L’obbligo di indicare l’origine della materia prima sarà esteso a tutte le tipologie di latte di origine animale (capra, pecora, bufala, ecc) sottoposti a differenti processi tecnologici quali l’UHT. Ma anche ai prodotti light, delattosati e a tutti gli altri prodotti come lo yogurt, i formaggi, la ricotta, il burro. I consumatori potranno trovare sulle etichette specifiche indicazioni riguardanti il luogo di mungitura. E al luogo di condizionamento, ossia dove è avvenuto l’ultimo trattamento termico e di trasformazione.

La norma si applicherà in via sperimentale per circa due anni (fino al 31 marzo 2019). Sempre che da Bruxelles non sopraggiungano atti esecutivi che estendano tale obbligo a tutti i Paesi comunitari, cosa che sicuramente la maggior parte dei cittadini europei si augurano avvenga”. Lo commenta la biologa dello studio ABR, riferendosi ad un sondaggio che ha messo in evidenza come l’84% dei cittadini dell’UE ritenessero necessaria l’indicazione dell’origine del latte. Secondo gli intervistati, è infatti “un importante elemento nella decisione di acquisto, assieme ad altri fattori quali il gusto, il prezzo e la data di scadenza”.

 

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