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Phubbing: in aumento le liti a causa del cellulare

Uno studio in Texas rivela l’utilizzo dello smartphone ogni 4-6 minuti. Un vero e proprio rapporto che incide su quello con il partner

mattina smartphone a letto, phubbing
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Il phubbing è un fenomeno in aumento. Ne soffrono il 46% delle persone in possesso di uno smartphone e consiste – in poche parole – nel rapporto con il cellulare.

Phubbing: la “malattia” di chi trascura il partner a favore del cellulare

Messaggi, like su Facebook, un Twitter, una email di lavoro: l’impulso a controllare e digitare diventa sempre più importante. Anche di notte. E spesso supera anche il contatto fisico o il rapporto con il partner. La parola phubbing deriva da “snubbing” (snobbare) e “phone” (telefono). È la “malattia” che colpisce chi trascura la persona con cui si è impegnati.

Controllare e guardare in maniera compulsiva lo smartphone non è sano. E mette anche in crisi i rapporti umani. A dimostrarlo, lo studio pubblicato su Computers in Human behavior dalla Baylor University, Texas. Più della metà degli intervistati ha dichiarato di essere vittima della “fame da telefono”. Più del 30% non riceve attenzioni dal partner e nel 20% dei casi il fenomeno ha messo in crisi i legami. Ma qui non si tratta di tradimento con un altro utente, un possibile amante in carne ed ossa non è contemplato. C’è una sensazione che supera la gelosia: il sentirsi trascurati, tristi, messi da parte.

La mania di chi preferisce il cellulare a noi

Insomma: il phubbing colpisce chi preferisce lo smartphone a noi. E il dato inquietante risiede nella motivazione di questo diffusissimo fenomeno. Chi non può vivere senza cellulare si illude che creare una fitta rete di relazioni virtuali (dai follower ai numerosi like) sia più importante di costruire quelle reali. Secondo David Meredith e Robert James, autori dello studio in Texas, non si tratta di ansia da connessione, ma di visibilità dell’apparecchio. Non è dipendenza da connessione, non è ansia, non è insonnia da social. Il titolo dello studio “My life has become a major distraction from my cell phone: Partner phubbing and relationship satisfaction among romantic partners” (“La mia vita è diventata una distrazione dal mio cellulare…”), indica come si siano capovolte le priorità quotidiane.

Il cellulare sta modificando in maniera profonda le abitudini della nostra vita. E ne influenza molti aspetti. Primo fra tutti l’incapacità di staccare dal lavoro, fino ad arrivare al rapporto di coppia. Il 12% delle donne utilizza il telefono mentre si scambia effusioni con il partner. E il 21% confessa di usarlo anche in bagno. Un’indagine di Harris Interactive, condotta su 2000 utenti statunitensi, rivela che al termine dell’amplesso una persona su cinque allunga il braccio verso il telefono. Per non parlare dei pranzi e delle cene in cui invece di guardarsi negli occhi, si punta lo sguardo sullo schermo. Gli smartphone si sono trasformati in prolungamenti del nostro corpo. E invece dovrebbero rimanere strumenti tecnologici.

Phubbing: la smartphone – mania in Italia

L’Italia poteva essere esente dalla smartphone-mania? No. Lo rivela la Global Mobile Consumers Survey di Deloitte. La ricerca presentata a Milano ha coinvolto 31 paesi al mondo e delinea le tendenze sulle abitudini degli utenti connessi tramite apparecchi tecnologici. Secondo l’indagine gli italiani si affidano ai tradizionali siti per leggere le notizie (67%) o prenotare i viaggi (61%), scelgono invece le app per giocare (80%), controllare i social (72%) o cercare l’anima gemella (63%).

Inoltre l’Italia è il paese europeo in cui si litiga maggiormente per il phubbing. Anche i figli rimproverano i genitori per l’eccessivo utilizzo dei cellulari. E spesso sono loro i più colpiti dalla sensazione di abbandono. Dovremmo prendere esempio dall’Olanda, il paese europeo in cui si discute di meno a causa del telefono (13%). Altra forma di malattia? Controllare l’ora durante la notte o le mail alle 3 del mattino: ne sono colpiti il 37% degli italiani.

Cosa potremmo aspettarci dal paese del mondo in cui si regalano più cellulari ai propri cari? Forse perché in Italia domina l’erronea convinzione che avere un mondo in mano sia più importante di scoprire e godere del mondo che ci circonda…

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