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Disparità di genere: la guerra dei rasoi maggiorati

Le donne stanche di essere discriminate per questioni puramente di marketing

Disparità di genere
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La disparità di genere si spiega anche con la maggiorazione di prezzo dei prodotti femminili rispetto a quelli maschili nel settore della cura della persona. Un sovrapprezzo più volte dimostrato che interessa quasi tutti quei prodotti che hanno a che fare con la cosmesi e la cura dell’immagine personale.

Secondo una recente ricerca questi ultimi vengono pagati in media il 60% in più degli stessi pensati però per gli uomini. Lo afferma uno studio citato dal magazine Independent.

In Italia il fenomeno è conosciuto con il termine di pink tax. Quasi che l’essere donna sia in qualche modo un handicap da far pesare proprio sul piano economico. E la cosa non ha certamente incontrato il favore delle consumatrici.

Disparità di genere: prodotti maggiorati per le donne

Per esempio prendiamo il caso dei cari rasoi. Dai dati dello studio emerge che un pacco di 8 rasoi per le donne costa circa 2.69 sterline. Per gli uomini la stessa quantità dello stesso marchio costa invece 1.64 sterline di meno.

In primis verrebbe da pensare che i rasoi femminili siano prodotti in maniera differente. Cioè in modo da giustificare la differenza di prezzo. Ma lo studio ha svelato che i due prodotti sono in realtà praticamente identici.

La differenza sarebbe solo una questione di marketing, di leggi di mercato e di domanda. Non è il primo studio del genere che arriva alla stessa conclusione. Lo scorso anno un’inchiesta del Times ha concluso che i rasoi per le donne costerebbero in media il 49% in più. E che in generale le donne spendono il 21% in media nel campo della cura personale.

“La spiegazione secondo la quale i prezzi maggiorati dipendono dal fatto che gli uomini devono radersi e le donne no è ridicola”. Lo ha detto Martin Smith di showerstoyou.co.uk, che ha condotto lo studio.

La guerra dei rasoi: la risposta dei brand e dei consumatori

Il mercato si è quindi attivato per rispondere alle esigenze dei propri consumatori che di certo non amano essere discriminati in base al genere. Tesco ha per esempio annunciato che pareggerà i pezzi dei suoi rasoi in commercio sia per gli uomini che per le donne.

Eppure la risposta più rapida è arrivata proprio dai consumatori stessi. Infatti sia per motivi legati alla consapevolezza della disparità dei prezzi, sia per motivi di puro risparmio economico, sono tanti gli acquirenti che decidono di comprare prodotti maschili per usi femminili o viceversa.

Esistono ancora prodotti solamente femminili?

Le donne per esempio comprano spesso rasoi maschili. O ancora gli uomini dichiarano di preferire un deodorante femminile. Perché la scelta è spesso più ampia in termini di profumazione disponibile. Stessa cosa avviene per il balsamo e per lo shampoo.

Prima che il mercato rispondesse velocemente alle esigenze dei suoi consumatori sono essi stessi che hanno cominciato a cambiare le proprie abitudini. Un po’ per furberia, un po’ perché sono cambiati i modelli di riferimento femminili e maschili. Oggi una donna si sente abbastanza sicura della propria persona da poter utilizzare un prodotto maschile. Se esso si adatta alle sue esigenze. Altrove un uomo può decidere di curare la propria immagine al punto da desiderare una chioma morbida e fluente. E se è vero che le differenze tra uomini e donne esistono ma non sono più così rigide, i consumatori non vogliono in nessun caso rimetterci in termini di prezzo.

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