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Pecorino di Pienza alla conquista degli States

La redattrice del New York Times Danielle Pergament racconta il suo viaggio tra le bellezze della Vl d’Orcia ed i sapori ed i profumi dei vari tipi di Pecorino di Pienza

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In Italia è noto ed apprezzato, ma che sia riuscito ad attraversare l’Oceano per finire dritto sul New York Times è un vero motivo di orgoglio per la Val d’Orcia e per tutta l’Italia. Il Pecorino di Pienza è diventato una star. Ed ha conquistato l’interesse ed il palato della redattrice della celebre testata newyorchese Danielle Pergament che gli ha dedicato un lungo approfondimento. Incantata dalla bellezza della Val d’Orcia, l’autrice dell’articolo ne ha decantato uno dei prodotti più deliziosi. Dopo aver visitato caseifici, fattorie e locali tipici, ha raccontato la sua esperienza. Ed ha mostrato la sua ammirazione tanto per la bella cittadina di Pienza, quanto per la sua tradizione lattiero casearia.

Pecorino di Pienza: mix vincente tra pecore sarde ed erbe toscane

I produttori locali sono stati chiari. Ciò che rende speciale questo formaggio è la qualità del latte delle pecore sarde in abbinamento ai profumi delle erbe dei pascoli della Val d’Orcia. D’altronde il segreto del sapore di un formaggio risiede proprio in ciò di cui si nutre il bestiame . E in questa zona della Toscana i prati sono un trionfo di finocchio selvatico, trifoglio ed assenzio. Un vero cocktail di profumi e di sentori differenti.

pecorino di pienza
Pecorino di Pienza

Non essendo, inoltre, un prodotto insignito della DOP, può deliziare i palati più differenti con una grande varietà di varianti. A Pienza, infatti, ogni formaggio di pecora locale ottenuto da latte di pecora è un Pecorino di Pienza. Se ne trovano per tutti i gusti, da quelli allo zafferano, a quelli ricoperti di paglia o avvolti nelle foglie di noce. Da quelli strofinati con la cenere, a quelli pressati con il pomodoro. Da quelli più delicati a quelli più saporiti, sino ai pregiati gran riserva, dalla stagionatura compresa dai 6 ai 24 mesi.

Abbinamenti ricercati per valorizzare ogni nota olfattiva

Culmine di questo viaggio tra le bellezze di questo pezzo di Toscana, le sue tradizioni e i suoi sapori più deliziosi, è la degustazione delle più interessanti varietà di Pecorino di Pienza. Danielle Pergament è rimasta colpita dalla ricercatezza degli abbinamenti proposti. Miele e confetture hanno saputo valorizzare al meglio ogni singola nota gustativa ed olfattiva. Mostarda di pomodoro verde, conserva di cipolla di Tropea, marmellate e miele locale rendono ogni assaggio un’esplosione di sapore. La redattrice è rimasta conquistata dal pecorino crusca con marmellata di luppolo. Mentre suo figlio Finn, di soli 6 anni e appassionato di formaggio quanto la mamma, non è riuscito a resistere al pecorino stagionato con conserva di fichi. Ce n’è, insomma, davvero per tutti i gusti.

Una tradizione millenaria che va salvaguardata

Già una volta il nostro Paese ha dovuto proteggiare questo prodotto dall’estinzione. I giovani Toscani, infatti, sempre più spesso abbandonavano i pascoli e la caseificazione. Negli anni ’60 le campagne della Toscana meridionale si stavano spopolando. Di contro, in Sardegna, la tradizione contadina era ancora viva e fiorente. Fu così che venne offerto ai pastori sardi di esercitare la propria attività in Val d’Orcia. La tradizione del Pecorino di Pienza, uno dei formaggio più antichi d’Italia, è oggi tenuta alta da gente originaria della Sardegna. Eppure c’è ancora qualcosa che preoccupa i casari di Pienza. Ed è l’avvento delle pecore francesi. Vivono in recinto e si nutrono di fieno. Nulla a che vedere con quelle sarde che si muovono nei pascoli nutrendosi delle erbe locali. Il loro latte è speciale, ma ne producono un litro, contro i tre di quelle francesi.

 

 

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