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Snellirsi con la dieta chetogenica: 5 miti da sfatare

Niente più segreti. Ecco tutto quello che dovresti sapere su questo regime alimentare tanto amato da Kim Kardashian

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Tutti ne abbiamo sentito parlare almeno una volta. Da anni la dieta chetogenica fa molto discutere. Si tratta di un regime alimentare iperproteico che limita (o esclude) dai propri pasti il consumo di carboidrati. Ad avere la meglio, infatti, sono grassi e proteine. Sì dunque a carne, pesce, uova così come alle verdure a foglia verde. Riducendo l’assunzione di carboidrati, il corpo viene indotto in uno stato noto come chetosi, un processo naturale che aiuta a sopravvivere quando l’assunzione di cibo è ridotta. Kim Kardashian è una delle più note sostenitrici. A quanto pare però sono in tanti a prenderla in considerazione per snellirsi.

Dieta chetogenica: 5 falsi miti per snellirsi

L’errore è dietro l’angolo. Al fine di vederci chiaro, vale la pena fare tesoro delle delucidazioni fornite dagli esperti che, interpellati da Women’s Health, hanno evidenziato i falsi miti che rendono protagonista questa dieta.

La dieta chetogenica è ricca di proteine

Secondo Kelly Roehl, ricercatrice e dietista della Rush University di Chicago, per rimanere in chetosi è necessario ridurre, piuttosto che aumentare, l’assunzione di proteine la cui quantità dovrebbe essere pari al 6-8% delle calorie giornaliere.

Puoi mangiare qualsiasi tipo di grasso

Uno studio pubblicato sulla rivista dell’American College of Nutrition ha affermato che la sostituzione di grassi saturi con grassi prevalentemente insaturi (come noci, semi di lino e pesce grasso), è più efficace nel diminuire il rischio di malattie cardiovascolari rispetto alla semplice riduzione del consumo totale di grassi. “Per quel che concerne i grassi, è preferibile ricorrere all’olio extravergine di oliva, alle noci, ai semi e al pesce grasso”- ha suggerito la Roehl.

Il cervello funziona in modo ottimale senza carboidrati

Quando si segue una dieta chetogenica, non bisogna pensare solo a snellirsi. E’ bene preoccuparsi della propria salute. In primis di quella del cervello che, per essere al massimo dell’operatività, ha bisogno di circa 100 g di carboidrati al giorno. A svelarlo è stata Louise Burke del dipartimento di nutrizione sportiva dell’Australian Institute of Sport. Questa dieta, invece, prevede un consumo inferiore ai 50 g. Ne consegue una mancanza di concentrazione e irritabilità. Si tratta, tuttavia, di una situazione provvisoria. Una volta che il corpo si è adattato al regime, tutto rientrerà. La cosa non è però così immediata. Possono passare settimane o addirittura mesi prima che accada.

La dieta può essere una soluzione a lungo termine

È noto che un regime alimentare a bassissimo contenuto in carboidrati non dovrebbe essere protratto per un periodo di tempo troppo lungo. Il rischio è quello di perdere massa muscolare. Gli esperti, quindi, ritengono che questa dieta possa avere dei benefici per ottenere una veloce perdita di peso ma che dovrebbe essere protratta per qualche settimana al massimo.

Non tutti sono però d’accordo. Uno studio effettuato dai ricercatori dell’Università del Kuwait ha evidenziato che il protrarsi della dieta, per un periodo superiore a 24 settimane, ha portato a una riduzione significativa del peso corporeo ma anche dei livelli di zucchero nel sangue e di colesterolo cattivo (frazione LDL). A loro avviso, dunque, seguire questa dieta per snellirsi è salutare anche se protratta per un arco di tempo piuttosto lungo.

Chetosi e chetoacidosi sono la stessa cosa

Come sottolinea il dietologo Jim White, bisogna fare attenzione a non confondere chetosi con chetoacidosi. La prima rimanda alla modalità in cui il corpo entra quando non ha abbastanza glucosio per produrre energia e bruciare i grassi immagazzinati. La seconda è una condizione che colpisce soprattuto le persone diabetiche. Si verifica quando il corpo ha una carenza di insulina e una quantità pericolosa di chetoni si accumula nel corpo. Come si manifesta? Stando a quanto svelato da NHS Choices, i segni evidenti sono, in primis, l’esigenza di urinare più del solito. Così come l’aumento della sete, dolori alla pancia, confusione etc.

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