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Frutta secca, un vero toccasana per la salute del cuore

Le noci, se assunte 2-3 volte a settimana, possono ridurre del 18% il rischio di sviluppare una fibrillazione atriale: parola dei ricercatori del Karolinska Institute

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Courtesy of©AnthiaCumming/iStock

E’ ormai risaputo: la frutta secca fa bene. Se assunta con moderazione, infatti, date le innumerevoli proprieà benefiche, apporta enormi benefici alla salute. Stando a quanto si legge sul Daily Mail, chi consuma regolarmente piccole quantità di noci potrebbe avere un rischio inferiore di sviluppare un battito cardiaco irregolare. Ma anche la fibrillazione atriale. Ovvero una delle principali cause di ictus. A rivelarlo sono stati i ricercatori del Karolinska Institute e dell’Università di Uppsala.

Frutta secca, un toccasana per la salute del cuore

La ricerca, pubblicata sulla rivista Heart, ha mostrato che mangiare noci (ricche di acidi grassi insaturi, proteine, fibre, minerali e vitamina E) almeno 3 volte alla settimana porterebbe a una riduzione del rischio di fibrillazione del 18%. Anche un moderato (1-2 volte a settimana) consumo sarebbe associato a un minor rischio di insufficienza cardiaca. I ricercatori hanno esaminato oltre 60.000 adulti svedesi (tra i 45 e gli 83 anni). Hanno monitorato, per 17 anni, il loro consumo di noci e mandorle. Così come il loro stato di salute dal punto di vista cardiovascolare. I risultati avevano inizialmente suggerito che il consumo di noci poteva anche essere associato a una riduzione del rischio di infarto e ictus.

Le noci riducono il rischio di sviluppare una fibrillazione atriale

Da un’analisi più attenta, dopo aver escluso fattori come l’età, il consumo regolare di frutta e verdura e una costante attività fisica, invece, l’associazione statistica fra consumo di frutta secca e incidenza di infarto o ictus non è sembrata più essere significativa. Più evidente è stata la riduzione del rischio di irregolarità del battito cardiaco.

Poiché solo una piccola percentuale di questa popolazione dichiarava un consumo moderato (circa il 5%) o elevato (meno del 2%) di noci, ne deriva che anche un piccolo aumento potrebbe avere un grande impatto sull’incidenza di fibrillazione atriale e insufficienza cardiaca in questa popolazione” – hanno concluso gli autori.

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