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Psicologia, cosa significa essere ‘brave persone’?

Sei una persona corretta e perbene, o empatica e altruista? Non è detto che si possa essere entrambe

brave persone
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Nice è una parola anglosassone particolare. In italiano, viene tradotta con diversi aggettivi, e, quando riferita ad una persona, ruota attorno al concetto di simpatia, piacevolezza, gentilezza. Si può tradurre anche con ‘carina’, ma non in senso estetico: ‘una persona carina’, come a sommare tutti gli aggettivi che abbiamo elencato in precedenza. Potremmo anche dire ‘una brava persona’, definendo qualcuno come nice. Proprio questo molteplice significato della parola ha indotto alcuni ricercatori di psicologia ad approfondire il tema. Ovvero, cosa significa essere nice, e quali ‘brave persone’ si può essere in base ai comportamenti che si adottano.

Sottoponendo a dei testi psicologici chiamati ‘giochi economici’, ovvero giochi di ruolo legati a denaro e possesso, alcune persone sono state analizzate nei loro tratti sociali e nelle loro scelte. Evidenziando che l’essere ‘brave persone’ può essere inteso in due modi. Ovvero, essere polite, cioè educati, corretti, cortesi, perbene. Oppure essere compassionate, ovvero compassionevoli nel senso di empatici.

Le ‘brave persone’ secondo la ricerca

Il ‘buon cittadino’ e il ‘buon Samaritano’. Spesso sono la stessa persona, ma non per forza. Alcuni studi relativi alle ideologie politiche hanno dimostrato per esempio che i ‘buoni cittadini’ sono spesso legati all’ala conservatrice e tradizionalista. Mentre i ‘buoni Samaritani’ a quella liberale e progressista. Addirittura, una teoria suppone che la cortesia e la compassione appartengano a due aree del cervello distinte. Quella relativa alla cortesia, all’educazione è la stessa area che governa l’aggressività. Mentre quella relativa all’empatia si lega ad un’area che regola i rapporti sociali.

La ricerca ha voluto studiare come chi sono e come si comportano le persone ‘cortesi’ e quelle ‘empatiche’. E’ emerso che molto di frequente sono persone che adottano comportamenti diversi in relazione agli altri e alla condivisione. Le persone ‘cortesi’ per esempio risultano comportarsi in modo equo, giusto, corretto, ma non per forza altruista. Mentre le persone empatiche tendono a donare, ad essere più propense a condividere con gli altri, pur non essendo per forza eque. Ovvero, i primi dividono una somma alla perfezione, i secondi no, ma ne donano volentieri una parte se qualcuno ne ha più bisogno. Mentre per i primi non cambia nulla: anche di fronte a chi ha bisogno, il loro principio rimane la divisione equa. Insomma, le ‘brave persone’ possono essere eque, oppure tese all’aiuto verso gli altri. Sarebbe utile essere entrambe, ma la psicologia dice che non è affatto scontato.

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