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Mada’in Saleh, il tesoro nascosto dell’Arabia Saudita

Alla scoperta di un tesoro archeologico poco conosciuto dell’Arabia Saudita che non ha nulla da invidiare a Petra

Sito archeologico di Mada’in Saleh
©iStockphoto

Mada’in Saleh è conosciuta anche con il nome di Al-Hijr o Hegra. E’ un sito archeologico pre islamico che si trova nell’Hejaz settentrionale, ovvero l’attuale Arabia Saudita. Il suo nome significa “luogo roccioso”  ed è una città che in tempi antichi è stata abitata da Thamudeni e Nabatei ed in seguito occupata da legionari romani. Deve la sua importanza per essere il più grande insediamento del regno arabo dopo Petra, la cui origine risale al I secolo d.C.

Mada’in Saleh Patrimonio dell’Unesco

Non è un caso, dunque, che dal 2008 il sito sia stato inserito nella lista dei Patrimoni dell’Umanità dall’Unesco. Il deserto circostante, che alterna diversi affioramenti di arenaria alle pianure, offre un panorama struggente. Gli affiornamenti di arenaria vennero scavati per costruire la necropoli voluta dai Nabatei, che fecero di Mada’in Saleh la loro secondo capitale dopo Petra. Il sito in Arabia Saudita ricalca infatti le caratteristiche architettoniche di quello giordano. Come attestano anche le iscrizioni dettagliate scolpite nella pietra e nella struttura. Tale meraviglia architettonica è una testimonianza inconfutabile dell’incredibile abilità in campo edilizio delle civiltà costruttrici.

L’opera dei Nabatei

Più di 2.000 anni fa riuscirono infatti a incidere splendidamente più di 131 tombe nella solida roccia., dislocate lungo oltre 13,4 chilometri. Ma la città possiede anche mura, templi, torri, tutte decorate finemente. Si possono infatti ammirare influenze assire, egizie, fenicie ed ellenistiche. A cui si aggiungono  le  molteplici condutture d’acqua, pozzi, cisterne ed acquedotti eseguiti con alto valore ingegneristico. Si deve soprattutto alle grandi innovazioni idrologiche che riuscirono ad immagazzinare grandi portate d’acqua a permettere alla città di prosperare. Nonostante i lunghi e prolungati periodi di siccità del deserto.

Sono notizie recenti che, con l’aiuto della Francia, il paese saudita progetta di proteggere e promuovere il sito. Sta infatti sviluppando un programma di turismo sostenibile per permettere ai visitatori di sperimentare la ricchezza del patrimonio culturale dell’Arabia Saudita, delle civiltà arabe e dei valori locali. L’accordo include “la conservazione del patrimonio archeologico, lo sviluppo dell’ospitalità e delle offerte culturali secondo rigorosi standard ambientali e il coinvolgimento delle comunità locali come beneficiari dello sviluppo del turismo”.

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