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#Metoo, le storie in ufficio ora fanno paura

Le relazioni tra colleghi, siano esse fisiche o sentimentali, vengono messe al bando. La questione “molestie” fa ancora discutere…

Donne, violenza, sesso, #Metoo
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Hanno sempre fatto paura, perché si teme che possano rovinare sia i rapporti umani che le condizioni professionali. Ma oggi spaventano ancora di più. Le relazioni in ufficio, che siano fisiche o sentimentali, diventano sempre più rare. Un calo, rilevato da uno studio, causato anche dal movimento #MeToo. E come sorprendersene? Ormai, da quanto si osserva tramite i media, ci sono più molestatori che amatori.

Ad ogni modo, le ricerche condotte dall’assicurazione sulla vita Direct Line hanno scoperto che quasi l’80 per cento dei professionisti delle risorse umane ritiene che le relazioni d’ufficio siano diventate meno accettabili negli ultimi tempi. Inoltre, quasi una società inglese su venti, oggi mette al bando gli affairs sentimentali sul posto di lavoro. Insomma, l’amore, in tutte le sue molteplici sfumature, diventa sempre più incriminato.

#MeToo, la paura di molestie allontana le persone. E anche le aziende ostacolano eventuali rapporti…

Eppure circa la metà dei lavoratori inglesi ha ammesso di aver avuto una relazione in ufficio. Inoltre quasi i tre quarti di coloro che sono rimasti coinvolti da queste “intese” le hanno mantenute segrete. Secondo i professionisti delle risorse umane, interrogati e parte integrante dello studio, i movimenti #MeToo e Time’s Up hanno portato il 78% delle aziende ad aggiornare o a rivedere le proprie politiche sui rapporti sentimentali nell’ultimo anno.

La psicologa delle relazioni Susan Quilliam, a tal proposito, sottolinea la difficoltà nell’innalzare dei muri tra le persone. “È naturale che le persone che lavorano insieme possano essere attratte tra loro, perché si vedono tutti i giorni, hanno interessi reciproci e hanno molte opportunità di sviluppare sentimenti l’uno per l’altro”. Allora come le aziende potrebbero evitare di far nascere un rapporto? E poi, diciamocelo, perché farlo? La mancanza di libertà non è forse la soluzione peggiore?

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