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Arnaldo Pomodoro in mostra nella Ville Lumière

A Parigi un’esposizione documenta in modo organico e compiuto la prima stagione creativa di Arnaldo Pomodoro dopo il suo trasferimento a Milano nel 1954

Arnaldo Pomdoro
PH: Dario Tettamanzi

Documenta le origini del lavoro dello scultore Arnaldo Pomodoro, periodo fondamentale della produzione dell’artista. È la mostra ARNALDO POMODORO 1955 – 1965 che presso Tornabuoni Art Paris presenta materiale d’archivio e opere mai esposte prima. Fino al prossimo 13 giugno l’esposizione documenta in modo organico e compiuto stagione creativa dell’artista a Milano. Proprio nella città meneghina Pomodoro inizia a tessere le sue trame segniche in rilievo. È il momento in cui l’artista crea situazioni visive al limite tra bidimensione e tridimensione.

Arnaldo Pomodoro
Arnaldo Pomodoro – Il cubo, 1961-62

ARNALDO POMODORO 1955 – 1965: le opere

Il percorso espositivo presenta per la prima volta nel loro insieme, alcune delle opere più rappresentative fra il 1955 e il 1960. In mostra i bassorilievi in argento, piombo e bronzo composti con una fitta serie di segni leggeri e ritmici. Un tracciato di nodi, punti e fili, come una sorta di scrittura arcaica e illeggibile. All’epoca Pomodoro lavorava, infatti, su fondi di velluto che sbiadiva con candeggine, acidi e polvere di ferro. Questa ricerca condusse l’artista alla consapevolezza del segno astratto come cellula plastica. Sono di questo periodo le opere come le Colonne del viaggiatore o le Tavole. Dello stesso periodo le opere fondamentali come “Luogo di mezzanotte”, la “Grande tavola della memoria” e “La macchina del tempo”.

Gli anni Sessanta

Dopo il 1960 dalla frontalità del bassorilievo nasce la complessità materica e spaziale della forma. È il momento della rottura formale. Pomodoro affronta la tridimensionalità dapprima curvando e modulando le superfici piane, per lavorare poi sulla struttura dei solidi euclidei. È il caso di cubi, sfere, cilindri, dischi, coni, piramidi che vengono corrosi e perforati dall’interno. L’opera rivela così allo spettatore l’interno misterioso e complesso. Nascono così “La ruota”, “Il cubo” e la prima sfera, ovvero la “Sfera n. 1”. La contrapposizione formale tra la levigata perfezione della forma geometrica e la caotica complessità dell’interno sarà d’ora in poi la caratteristica di tutta la vicenda successiva dell’artista.

Arnaldo Pomodoro
Arnaldo Pomodoro – Sfera n.1, 1963

Da non perdere

La mostra comprende anche alcune opere più recenti, realizzate tra la fine degli anni Settanta e il 2010: le serie delle Aste cielari, delle Stele e dei Continuum. Accompagna la mostra una pubblicazione monografica, a cura di Luca Massimo Barbero, che offre una nuova lettura dell’opera di Pomodoro, attraverso un’approfondita indagine storica e critica del decennio 1955-1965 e un ricco apparatoiconografico di documenti e materiali di archivio, messi a disposizione dalla Fondazione Arnaldo Pomodoro.

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