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Maigret e Padre Brown, gli investigatori dell’anima

Tra i gialli da rileggere tutti d’un fiato, le avventure di due personaggi senza stereotipi

donna che legge un libro sull'amaca

Potrebbero essere definiti gli investigatori senza fronzoli. Niente lenti di ingrandimento e cappellini astrusi, niente doti intellettive strabilianti, niente analisi e provette. Solo doti intuitive e sano lavoro sul campo. Sono gli investigatori che catturano i lettori per la loro ordinarietà, per il loro essere parte della gente comune, con tanto di abitudini domestiche e difetti caratteriali. Ma sono forse i protagonisti dei romani gialli più amati.

A partire dal commissario Maigret, creato dallo scrittore George Simenon che fu sicuramente un innovatore del genere poliziesco. Si staccò dalla tradizione anglosassone e calò le sue storie e i suoi protagonisti nelle strade, nei bistrot affollati e densi di odori e fumo, con un commissario Maigret burbero e intuitivo, in cui il piacere dell’enigma si confonde spesso con la delizia delle descrizioni letterarie. Maigret non è il detective austero o intellettuale, ma un uomo ordinario, piccolo borghese, di mezza età. Le sue vittorie, non sempre tempestive, sono frutto di pazienza e piste seguite con caparbietà, non di deduzioni logiche davanti al camino di un club. Il primo romanzo di Simenon appare nel 1930 e da allora quel commissario dall’aspetto solido, con la pipa in bocca tra le nebbie di Parigi, diventa protagonista di una lunga serie di gialli e del catalogo dei personaggi di fantasia della nostra memoria. 

Ingenuità, buon senso e intelligenza viva sono invece le caratteristiche di padre Brown, un prete che, suo malgrado, si trova in mezzo a intrecci criminali. L’antesignano di tanti religiosi che oggi sono protagonisti di film e serie tv, nacque dalla penna di G.C. Chesterton con una narrazione che diverte e appassiona allo stesso tempo, capace di indurre riflessioni morali senza diventare moralista. Il suo autore lo descrive come «un prete che sembra ignaro di tutto e poi in realtà in fatto di delitti la sa più lunga dei criminali veri». Un omino in apparenza bonario che si immedesima nella mente criminale e cerca di pensare proprio come il criminale che insegue, per arrivare a smascherarlo. Ma tenta anche di comprendere, fino nel profondo, il suo agire. Un prete che non teme di guardare il male negli occhi, per cercare di redimere chi ne è vittima. 

Altri consigli di lettura sui romanzi gialli, si trovano in questo articolo in cui si parla delle investigatrici al femminile, e in questo dedicato ai delitti  più rompicapo, quelli che si consumano in una stanza chiusa dall’interno.

 

 

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