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BIQ: il palazzo che si alimenta ad alghe

Ad Amburgo è stato inaugurato un progetto pilota di bioedilizia: un edificio che si autoalimenta grazie ad un ‘carburante’ naturalissimo, le alghe

Edificio alimentato ad alghe

Si allargano di giorno in giorno le frontiere della bioedilizia: uno straordinario edificio che si autoalimenta con le alghe è l’ultimo arrivato in questo panorama, e sta facendo molto parlare di sé. Si tratta di un edificio progettato dallo studio di architettura internazionale Arup, e sorge nella città di Amburgo. Verde fuori e verde dentro, il colore della facciata simboleggia la sua importante portata ecologica, che servirà da test per comprendere la potenzialità di auto-produrre energia negli agglomerati urbani.

Arup, in collaborazione con SSC Strategic Science Consultants e Splitterwerk Architects, ha dato vita a alla tecnologia su cui si basa l’edificio denominato BIQ: sulla cui facciata sono posizionati dei bioreattori (129, che si trovano sulle facciate sud-ovest e sud-est) che contengono microalghe. Questi pannelli di vetro producono biomassa, e di conseguenza energia sostenibile che garantisce il riscaldamento, ma non solo: questa bioenergia viene utilizzata anche per isolare acusticamente l’edificio dai rumori esterni. I pannelli sono controllati da una sorta di centralina in cui viene immagazzinata anche energia solare assieme alle alghe, combinazione che grazie alla fotosintesi produce l’energia per l’acqua calda, per esempio.

In breve, vengono utilizzati dei processi biochimici per produrre energia, e questo dimostra come sarebbe possibile rendere autosufficienti intere aree urbane in maniera del tutto ecologica. Arup ha dichiarato che la loro visione del futuro prevede edifici sempre più grandi, persino grattacieli, in grado di ‘vivere’ e ‘respirare’ autonomamente, che sarebbero addirittura capaci di adattarsi ai cambiamenti climatici per soddisfare le esigenze di chi li abita. Molti dei loro futuristici progetti sono già in fase di elaborazione, e si basano tutti su energie sostenibili che vengono prodotte sull’esempio degli organismi viventi. L’edificio di Amburgo serve da pilota, una sorta di test avviato proprio in questi giorni per studiare l’efficacia del progetto così come la reazione degli abitanti.

E a proposito di strategie architettoniche in funzione di un mondo più verde, è stato inaugurato il mese scorso a Città del Messico il palazzo mangia-smog: grazie ad una struttura fatta con biossido di titano (un catalizzatore nelle reazioni atmosferiche che coinvolgono certi agenti inquinanti) questo edificio è in grado di assorbire l’inquinamento e scinderne i composti in elementi meno dannosi. Il palazzo si presenta come fosse ricoperto di una sorta di ‘cellette assorbenti’ dal design particolare, la cui composizione sperimentale pare sia in grado di togliere dall’aria l’equivalente dei gas emessi da 8750 automobili al giorno.

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