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La poltrona? La sceglie il corpo

L’arredamento simbolo di relax si adatta all’anatomia umana con riedizioni di firme storiche e nuove concezioni di stile

poltrona firmata Natuzzi
natuzzipressroom.com

“Quella poltrona comodissima in cui potevo allungarmi senza problemi”. Non ci sono più le poltrone di una volta, che duravano nel tempo e che per generazioni hanno visto addormentarsi i più stanchi dei padri di famiglia che si godevano la tv sopportando piccoli fastidi alla cervicale.

Forme da cuccia, braccioli flessibili, angoli asimmetrici, rivestimenti decisi ma morbidi e tattili. L’intramontabile poltrona è un arredo da qualche tempo cresciuto nell’interesse dei progettisti e il revival della bergère, lo dimostra. Ma oggi si pretende, oltre alla comodità, la garanzia di salute del corpo a casa come a lavoro. Un nuovo tipo di comfort, in grado di contribuire a farci star bene prima di tutto con la postura, finora bloccata in una struttura avvolgente ma rigida.

“A casa applichiamo una visione della realtà più rilassata che trasferiamo al nostro corpo e cerchiamo negli arredi con cui esso interagisce”, sostiene il sociologo Francesco Morace spiegando così la nascita di nuovi riti domestici: “Basta effetti speciali, oggi ci si concentra su di noi e sulle nostre esigenze: si fanno le azioni di sempre ma senza costrizioni”. Leggere, guardare un film, riposarsi: ora tutto avviene assecondando la postura del corpo. Ovvero sono gli arredi a seguirci, non il contrario. Ed ecco che vengono messe in produzione due poltrone che rispondono alle nuove esigenze di relax: la Bowl Chair, ideata nel 1951 da Lina Bo Bardi, poliedrica figura di progettista e letterata italo-brasiliana (e prodotta per la prima volta quest’anno da Arper), una semisfera appoggiata su una base, orientabile a piacere per stare seduti diritti o più rilassati.

Solo tre anni dopo, in Italia, Gastone Rinaldi disegnava la DU55: «La struttura in tre parti, i braccioli a unire seduta e schienale, il quale, con il peso del corpo entra in vibrazione con chi sta seduto come una molla armonica», spiega il critico Marco Romanelli, che si sta occupando per Poltrona Frau delle riedizioni di questo designer dimenticato.

Versioni antropomorfe che si rifanno a icone che non muoiono con il tempo e che fanno la fortuna di chi ne ha conservato qualche esemplare in cantina. La nuova poltrona Re-vive di Natuzzi sviluppata con Kent Parker di Formway Design, studio neozelandese non nuovo a questo tipo di approccio, parte dalla constatazione che il corpo continua a muoversi anche mentre riposa: da qui la messa a punto di un sistema fatto da oltre cento bilancieri nascosti nella struttura, che rispondono ai suoi spostamenti. Nessuna leva o bottone, solo il peso umano, ed ecco la poltrona distendersi a piacere, aiutata dal poggiapiedi, assecondando ogni nostro più minuto movimento.

Rigido e morbido per la poltrona Vicka progettata da William Sawaya, struttura metallica e rivestimento in materiale super colorato effetto gomma siliconica, brevettato di derivazione medicale.