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I magnifici 60 di Richard Gere

A sessant’anni continua ad imporsi nella lista dei più sexy del mondo. Al cinema lo ritroveremo in ben quattro film, ma continueremo a sentirne parlare anche fuori dal set, grazie al suo impegno nelle cause umanitarie.

Richard Gere

Ancora oggi è uno degli uomini più sexy del mondo. Film dopo film, i suoi personaggi sono sempre  caratterizzati da una certa freschezza, che stia interpretando un action, un dramma o una commedia sentimentale. Questo è Richard Gere e l’ultima volta che lo abbiamo incontrato (alla fine del 2008) ci aveva detto di sentirsi ancora come un trentenne. Questo è uno dei suoi segreti.

Oggi la star di “American Gigolò”, “Ufficiale e gentiluomo” e “Pretty Woman” festeggia i sessant’anni ed è ancora al centro dell’attenzione di migliaia di fan di tutte le età. Vi raccontiamo ad esempio uno degli ultimi “assedi” che ha subito: è successo qualche settimana fa, davanti ad un hotel di New York City, dove un gruppo di turisti francesi ha fatto di tutto pur di avvicinarsi a lui. "Continuavano a camminare verso di me, salutandomi e dicendo col loro accento francese: ‘Siamo venuti da Monaco. Ciao Richard!’. Avevano superato almeno sei cartelli dove c’era scritto ‘vietato entrare’. Erano signore francesi e volevano scattare qualche foto con me!”.

Sono tante le star impegnate in attività umanitarie, eppure fino a qualche anno fa questo trend dei vip non era così attivo. Ma Richard Gere si è sempre impegnato, senza mai mostrare tracce di vanità perché, nonostante la sua grande carriera e la sua immagine di successo,  si considera ancora un principiante e non esita a dire che: “C’è sempre qualcosa da imparare. Sono sempre in cerca di qualcosa che abbia un significato, un’emozione, un’ispirazione, qualcosa che sia importante, che sia nuovo”. Tra le sue battaglie umanitarie c’è quella per la parità dei diritti ai gay. Suo fratello minore David, infatti, è riuscito a sposarsi in California nel periodo in cui i matrimoni gay erano ancora legali. Da quando la Proposta 8 è stata approvata, l’attore si è scagliato contro la decisione della Corte Suprema, dichiarando che non c’è ragione per la quale individui come suo fratello non possano avere gli stessi diritti come le coppie etero. “Mio fratello è gay ed è riuscito a sposarsi in quel breve periodo in cui era permesso in California. Oggi ha due bambini ed è un papà magnifico”.

Allo stesso tempo Gere non smette mai di combattere per la causa che gli sta più a cuore, e cioè quella legata al suo amato Tibet. Secondo l’attore, l’era Obama è davvero un momento di grande speranza: “Vent’anni fa chi avrebbe pensato che un giorno ci sarebbe stato un presidente nero negli USA? Le cose cambiano rapidamente, soprattutto se si vive una crisi o una tragedia. Riesco ad immaginare ad un’epoca in cui ci sarà un Primo Ministro Tibetano-Cinese, o qualunque altra forma di governo”. E l’attore è anche fiducioso nel fatto che le altre nazioni riusciranno a persuadere la Cina a riconciliarsi col Tibet: “Penso che l’economia e che la nostra paura di perdere le azioni cinesi sia solo una farsa. Non ci credo affatto. La Cina è ormai così coinvolta nel mercato mondiale che non può più tirarsi indietro. Non potrebbero farcela né senza di noi, né senza l’Europa".

Intanto, la carriera cinematografica di Richard Gere continua a viaggiare in corsia preferenziale: sono ben quattro i film in cui lo vedremo nel giro di un anno. Da “Brooklyn’s Finest”, dramma poliziesco presentato Fuori Concorso a Venezia che lui stesso definisce: “un film davvero cattivo”, a “Hachi” commedia basata su una celebre favola giapponese che – secondo l’attore – vi farà piangere tanto. A Natale lo vedremo insieme a Hillary Swank in “Amelia” e successivamente riprenderà il dramma  in “The Prodigy”, incentrato sul rapporto tra un genio della matematica e il padre.

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