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Viaggio nel futuro: lo yoga

Dal 9 all’11 ottobre si svolge a Milano il più importante appuntamento italiano dedicato allo yoga. Il tema della 4° edizione è “Yoga e Futuro” e innumerevoli le iniziative per intraprendere un intenso viaggio alle radici di una scienza millenaria in continua evoluzione.

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La Presse

Ogni grande viaggio

inizia da un piccolo passo

Dalla necessità concreta di avvicinare sempre più una disciplina benefica come lo yoga alle realtà postmoderne si snoda il filo conduttore del Milano Yoga Festival attorno al tema “Yoga e Futuro”. Tre giorni (dal 9-11 ottobre prossimi) certo sono pochi per proiettare sulle coscienze millenni di storia yogica, ma non inutili al fine di promuoverne una sempre maggiore diffusione. Del resto, rimanendo in tema di filosofie orientali, un bel detto ci ricorda che “ogni grande viaggio inizia da un piccolo passo”. Benvenuti, dunque, i giorni della 4° edizione del Festival milanese che si pregia di essere senza dubbio alcuno il più importante appuntamento italiano dedicato allo yoga.

Ma entriamo nel vivo della kermesse. Yoga e futuro, dicevamo. Sì perché l’esigenza di migliorare la qualità della vita in un’epoca mortificata da troppi deficit (ecologico, salutistico, spirituale), rende quasi esplicito il richiamo a scienze evolutive come lo yoga e alla loro attualizzazione. Internet e le tecnologie, musica e sport adrenalinici, nomadismo mentale e voglia di viaggiare nell’era della rottura delle frontiere stampano sull’uomo moderno input sempre più marcati, a cui lo yoga vuole tendere la mano. Come? Evolvendosi anch’esso senza perdere l’essenza delle origini, integrando i suoi incrollabili principi alle espressioni più malleabili dell’identità contemporanea.

Una schiera di esempi concreti sarà proposta nelle tre giornate milanesi con un fitto programma di incontri, pratiche, lezioni gratuite, seminari, conferenze e sessioni specifiche per conoscere da vicino le nuove tendenze dello yoga. Tra queste sessioni, ad esempio, l’Antigravity Yoga (www.antigravityyoga.com) di Cristopher Harrison, una forma di atletica che sfrutta la legge di gravità per eseguire liberatorie asana (posizioni yoga) sospesi nel vuoto su un’amaca; oppure l’Hari-Yoga: Shakti Groove di Marco Mandrino che strizza l’occhio alle generazioni più giovani, ma non solo.

In questo caso, infatti, la colonna portante dell’attività è la musica che scandisce i movimenti del corpo e che viene di volta in volta selezionata da un deejay set da vivo che funge da mediatore tra l’energia dei suoni artificiali e l’energia naturale tantrica della Shakti che permea tutto l’universo. E, dal momento che anche lo yoga è una questione di stile, il futuro dello Yoga sistemico di Ateeka (www.ateeka-yoga.com) si presenta come una sessione altrettanto interessante in prospettiva di un sincretismo stilistico che invoca l’innata intelligenza del corpo piuttosto che rigide regole posturali.

Non rimane che provare per credere, insomma, dal momento che lo yoga è una  filosofia soprattutto pratica e non c’è occasione migliore del Milano Yoga Festival per intraprendere un viaggio che, senza dover andare troppo lontano, fa raggiungere mete davvero sconfinate. Media partner dell’evento, la rivista Yoga Journal (www.yogajournal.it), l’imprescindibile vademecum mensile per i praticanti, neofiti e chiunque voglia avvicinarsi allo yoga in tutte le sue molteplici sfaccettature.

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Informazioni utili
Milano Yoga Festival
Tel: 02/42250133
www.milanoyogafestival.it