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Attenti alla “sindrome da benessere”

La vita sana sta diventando un’ossessione. Meglio non esagerare con sport e diete

Uomini e muscoli
Courtesy of©istock
Mangiare sano, praticare regolare attività fisica, evitare alcol e fumo e prediligere rimedi naturali a quelli classici proposti dalla medicina. In poche parole: vivere all’insegna del benessere. La società occidentale odierna ritiene importante e utile svolgere attività sportiva e scegliere un’alimentazione corretta. Sin da bambini schiere di medici e insegnanti consigliano di praticare uno sport, di inserire frutta e verdura nella dieta e di evitare cibi spazzatura. Le pubblicità in televisione e sulle pagine dei giornali propongono continuamente modelli dal fisico perfetto e in forma smagliante e ogni anno vengono inoltre proposti nuovi corsi di fitness adatti ad ogni esigenza.

 
Negare che il tipo di vita che ormai tutti conosciamo e che sappiamo dovremmo condurre, sia salutare, è impossibile. Lo sport è davvero utile per favorire il benessere fisico e psicologico della persona, in quanto favorisce una crescita armonica del corpo, aiuta a controllare il peso, a prevenire complicazioni cardiovascolari, osteoporosi e ipertensione e a migliorare le proprie competenze relazionali, in particolare con gli sport di squadra. Ma, come accade per molte altre attività, quando si supera un determinato limite c’è il rischio di ottenere l’effetto opposto e così, anche un’attività utile per la nostra salute può con il tempo rivelarsi dannosa.

 
Quando “la vita sana” inizia a diventare sempre più frequente, pressante, a occupare la mente della persona per molte ore della giornata e il solo pensiero di non poter fare attività fisica o mangiare correttamente, crea forte disagio, agitazione e talvolta frustrazione, probabilmente si è superato il giusto limite. In questi casi si parla di “sindrome da benessere”, simile alla più nota Sindrome da sport compulsivo. In questi casi l’attività sportiva non viene più vissuta come un passatempo, un modo sano per scaricare le tensioni o per mantenersi in forma, ma diventa un’ossessione, una vera e propria dipendenza.
 
E proprio come la dipendenza da sostanze o il gioco d’azzardo patologico, anche la dipendenza dallo sport presenta sintomi ben precisi, individuati da recenti studi (Bomber, Cockerill, Rodgers, Carroll, 2003). Si tratta di sintomi legati non solo alla quantità di attività fisica svolta e al tempo dedicatole, ma anche alle conseguenze sulla vita lavorativa, familiare e sociale della persona. Si va dal funzionamento alterato di alcune aree psicofisiche e comportamentali, quali difficoltà o incapacità di concentrazione sulle attività quotidiane a causa del pensiero ricorrente legato allo sport, al progressivo isolamento dalle relazioni sociali, e a una riduzione dell’impegno sul lavoro.

 
Il comportamento sportivo diventa inflessibile e stereotipato anche in presenza di affaticamento fisico, vissuto non come segnale d’allarme ma come un limite da superare. In alcuni casi si arriva addirittura allo sviluppo di veri e propri sintomi di astinenza da sport, quali irritabilità, insonnia, ansia generalizzata, tachicardia. In molti casi sono presenti anche disturbi alimentari (anoressia, bulimia) o vari comportamenti di controllo alimentare con diete e assunzione eccessiva di integratori.
 
Sono questi dei fenomeni estremi che, aiutati dalla cultura occidentale iperfocalizzata sull’apparenza e sulla bellezza fisica, stanno purtroppo diventando sempre più diffusi. È meglio dunque attenersi alle buone regole di vita sana, senza esagerare.
 
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