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L’estetica del punk celebrata a New York

‘Punk: from Chaos to Couture’ è la mostra che il Costume Institute di New York dedica al movimento più ribelle mai esistito e a come la moda si sia appropriata dei suo stilemi

sfilata Vivienne Westwood
sfilata Vivienne Westwood. Foto AP

Qualche fashion editor ha criticato la New York Fashion Week di quest’anno per la mancanza di energia, di creatività, di immaginazione. In molti hanno trovato le collezioni newyorkesi timide, commerciali, quasi carenti di personalità. Decisamente in antitesi con quello che sta per avvenire al Met Costume Institute di New York, che ha spalancato le porte al più irriverente, esplosivo, originale e individualista dei movimenti culturali mai esistiti, il punk. La mostra ‘Punk: from Chaos to Couture’ ripercorre gli anni leggendari (in verità durati molto poco, 100 giorni per l’esattezza secondo Mick Jones dei Clash) del punk e ne traccia un parallelo con la moda, facendo il focus su quanto il movimento ribelle per eccellenza abbia influenzato le creazioni dei grandi stilisti, allora ed oggi.

Una prima presentazione per gli addetti ai lavori è avvenuta a febbraio, ma l’exhibition vera e propria si inaugura il 9 maggio, e si tratta della grande retrospettiva annuale del Costume Institute. La scorsa ‘Schiaparelli e Prada. Impossible conversation’ ha chiuso a dicembre con dati di affluenza non particolarmente positivi, mentre la precedente ‘Savage Beauty’ dedicata ad Alexander McQueen aveva raggiunto numeri da record: ecco che Andrew Bolton, curatore del museo, ripropone per il 2013 una mostra che sia di più ampio respiro e attrattiva.

Dunque, il punk come ispirazione couture: forse i Ramones non ci avrebbero creduto se glielo avessero predetto 40 anni fa, eppure sono davvero tanti gli stilisti che negli anni hanno ripreso gli stilemi, le icone, i tratti salienti del movimento o, come afferma Bolton, che si sono “appropriati della ‘brutalità’ del punk” sin dalle sue origini negli anni ’70. Circa un centinaio di disegni e creazioni per uomo e donna, suddivisi in tematiche ‘geografiche’ (il punk a Londra e il punk a New York) e argomenti cari al punk come il concetto di do it yourself e anarchia.Tra gli abiti in mostra, creazioni di Versace, Martin Margiela, Karl Lagerfeld, John Galliano, Nicolas Ghesquière, Rei Kawakubo. Un focus particolare lo avranno gli abiti di Alexander McQueen e Moschino, mentre tra i ‘reperti storici’ figurano la t-shirt di Vivienne Westwood e Malcolm McLaren che causò l’arresto dell’artistia Alan Jones per indecenza: rappresentava due cow boys nudi. Ancora, l’abito Versace con la spilla da balia indossato da Liz Hurley nel 1994; la giacca con maxi borchie di Riccardo Tisci per Givenchy. Proprio lo stilista è il co-chair della serata inaugurale. La musica naturalmente ha costituito il centro focale del periodo punk, e nella mostra non mancheranno i riferimenti alle band storiche (Sex Pistols, Ramones, Clash) e le loro canzoni accompagneranno il percorso espositivo, che si avvale di supporti multimediali.

Punk: from Chaos to Couture
dal 9 maggio al 14 agosto 2013
Met – Costume Institute
New York

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