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Brava ragazza? Sì… forse!

Le brave ragazze vanno in paradiso? Forse, ma sulla Terra possono perdere la bussola. Un’educatrice ci spiega come e perché

ragazza angelo

Quali sarebbero le prime caratteristiche che vengono in mente se si pensa ad una “brava ragazza”? Carina, educata, rispettosa, discreta, studiosa, efficiente, acqua e sapone, ecc. ecc. Il ritratto della brava ragazza a quanto pare non ha età e supera i cambiamenti sociali e i decenni di lotta per l’autodeterminazione femminile.

Nel suo libro, intitolato “La maledizione della brava ragazza” (Nutrimenti Edizioni), Rachel Simmons cerca di approfondire il vero significato di questo mito (che lei significante chiama piuttosto maledizione) e soprattutto le conseguenze che un modello educativo basato su di esso possono avere nella costruzione della personalità della futura donna.

“La nostra cultura”, scrive Simmons, “insegna alle ragazze a uniformarsi ad un’idea della propria identità che riduce profondamente le loro capacità e il loro potenziale”. La brava ragazza ha successo – a scuola e in altri contesti sociali – è amica di tutti, rispettosa (non dice quello che pensa), segue le regole che le vengono imposte, non corre rischi, aspira alla perfezione. Secondo Simmons, con queste pressioni la ragazza viene spinta a percorrere una strada ingannevole, che la allontana da sé e – soprattutto – che le pregiudica la possibilità di acquisire un’intelligenza emotiva vivace, necessaria per capirsi e riuscire ad interpretare i propri sentimenti.

Se le cattive ragazze, d’altra parte, sono quelle che le regole le infrangono, che non hanno paura di dire quello che pensano, che non si curano del proprio aspetto fisico o di tenere basso il tono della voce, la maledizione della brava ragazza colpisce anche loro: emarginate, impopolari, queste ragazze vivono spesso un’adolescenza fatta di rabbia e di contrapposizione.

Eppure, paradossalmente, sono le loro doti quelle che, se coltivate e non sanzionate, potrebbero farne delle donne di successo – non solo da un punto di vista lavorativo, naturalmente. Le brave ragazze sono le prime a scuola, ma spesso nel mondo del lavoro si scoprono incapaci di gestire conflittualità, confronti, critiche, e raramente sviluppano autentiche doti da leader. Le cattive ragazze queste doti le potrebbero avere, ma hanno trascorso troppi anni a sentirsi dire che non sono quelle giuste per capire come usarle in modo creativo e non distruttivo.

Il libro di Rachel Simmons parte da queste considerazioni, e si propone come una sorta di manuale di self help che accompagni soprattutto le madri nel loro rapporto con le figlie, e insegni loro a riconoscere i segni delle degenerazione della brava ragazza. “Essere gentili a discapito della verità” – si legge nel libro – “non vale la pena. Una generosità che conduce al silenzio o all’abuso non serve”.

Autore: Rachel Simmons
Titolo: La maledizione della brava ragazza
Editore: Nutrimenti
Pagine: 294
Prezzo: € 16,50


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