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Il design che fa presa

Senza corrente elettrica nessuna tecnologia funzionerebbe, nemmeno quella senza fili. Ecco perché dove c’è tecnologia, c’è elettricità e questo fa presa sul design!

Presa Rozetkus

C’è poco da fare, senza corrente elettrica la tecnologia non farebbe presa. Senza elettricità, infatti, non funzionerebbero nemmeno quella senza fili, come wireless, bluetooth e la tecnologia mobile in generale: nelle vicinanze deve esserci un trasmettitore di segnale, alimentato a corrente elettrica. La conclusione di questo sillogismo è quindi questa: dove c’è tecnologia, c’è elettricità, ma c’è anche (e per forza) presa. Almeno una. Ecco perché, nonostante stratagemmi e invenzioni, il risultato è sempre il solito: grovigli di cavi e fili sotto i tavoli, dietro i mobili, lungo i muri, in prossimità di prese ed attacchi elettrici.

Però c’è anche la tecnologia pensata a favore della tecnologia stessa e che passa attraverso le soluzioni che solo il design può escogitare: oggi si parla di come il design intenda risolvere i problemi legati agli ingombri (scomodi) delle apparecchiature elettriche.

Per esempio, il designer Meysam Movahedi, ha inventato Rambler Socket, la presa a muro con prolunga a scomparsa. Per capirsi meglio, si tratta di un (apparentemente) normale attacco a muro, che però si può aprire, rivelando un segreto di pura comodità: una prolunga di 1,5 metri arrotolata al suo interno. Mediante un sistema meccanico ultrafunzionale, la prolunga si srotola, si usa e poi si riavvolge e nasconde fino all’uso successivo.

Come il coniglio dal cilindro del mago, le sorprese che sbucano dal muro non finiscono qui, perché c’è anche Rozetkus 3D della russa dell’Art. Lebedev Studio. Si tratta di una presa a muro che sembra singola, ma in realtà è multipla: con un semplice gesto, infatti, emerge dal muro e da bidimensionale diventa 3D sotto mentite spoglie di piccolo cubo sulle cui facce si scoprono ulteriori attacchi per nuovi apparecchi. Non finisce qui perché Rozetkus 3D ha un cuginetto altrettanto generoso, che si chiama…Rozetkus, una sorta di curiosa scatoletta con tanti fori equidistanti tra loro nelle giuste misure per accogliere fino a 12 spine alla volta.

Del giovane coreano Hyuk Jae Chang, invece, è la ciabatta multipla che fa girare la testa, perché sembra…storta. PowerBridge, infatti, è così contrariata dai grovigli di fili, da rigirarsi dall’altra parte: il design si declina all’ordine! La particolarità di PowerBridge è la sua forma a ponte, con i fori di alimentazione posti nel lato inferiore della ciabatta, che così riposiziona spine e cavi in modo inedito, che così vanno inserite sottola ciabatta multipla, ben nascoste e protette.

Infine, l’idea originale dell’americana Eubiq, con cui addirittura si supera il concetto di presa elettrica, trasformandola in binario. Eubiq Wall Socket può essere installato ovunque, eliminando definitivamente, e in tutta sicurezza, il problema del numero di prese disponibili rispetto agli apparecchi da alimentare. Come? Creando un sistema di assi/binari da posizionare ovunque si voglia e su cui applicare speciali adattatori che toccano i contatti interni al binario stesso, generando l’alimentazione.

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