Pubblicato il

Made in Italy, il sogno spezzato dello stile tricolore

Orientalizzazione del lavoro e perdita di valore; le debolezze del sistema nella mostra di Luca Razzano a Torino

Made in Italy bambole iuta - Luca Rozzano
Made in Italy bambole iuta - Luca Rozzano
Letteralmente “confezionato in Italia”, questo il significato dell’etichetta che cataloga i prodotti che distinguono il sapere italiano nel mondo come sinonimo di tradizione e innovazione. Ma il successo dell’eccellenza nostrana non è immune da recenti scossoni. Cosa rimane del made in Italy dopo la crisi della piccola e media impresa, la vendita di alcuni colossi storici del settore e la recente tragedia di Prato? Su questo paradosso, e muovendosi nelle zone d’ombra che generano le politiche economiche del brand Italia, si interroga Luca Razzano nella mostra-installazione “Made in Italy”, all’interno degli spazi di Internocortile a Torino da giovedì 20 febbraio. 
 
Il simbolo del degrado della catena produttiva tricolore, di una forza-lavoro disumanizzata e priva di competenze che si orientalizza per rispondere alle esigenze di un mercato selvaggio e senza regole, è la bambola in iuta, la risorsa umana, come la definisce l’autore. La figura antropomorfica, unità di misura di base della perdita di qualità dell’industria manufattiera sulla cui superficie è stampata la dicitura made in Italy in lingua cinese, riempie pavimenti e pareti della galleria in un ritmo congestionato e ripetitivo. 
 
L’artista sembra così dipingere un capitale umano che ha perso la propria peculiarità di saperi differenziati per allinearsi alla pressione della piazza liberale, e dove anche l’Italia è chiamata a interrogarsi sulle proprie responsabilità. Se una volta il marchio made in China era il simbolo ad hoc di bassa qualità dei beni, oggi il rischio è che senza una politica responsabile che orienti i meccanismi di produzione su standard qualitativi e morali elevati, saranno i prodotti del Belpaese a raggiungere lo status depauperizzante di manufatto di ultima categoria. 
 
Estetica senza etica è lo spauracchio che “Made in Italy” cerca di allontanare con forte simbolizzazione della perdita di etica nel mondo del lavoro. L’utilizzo della iuta possiede un sensibile richiamo alla tradizione artigianale tessile, ed è un monito che sembra presagire come la debolezza del sistema e il relativo sfaldamento, si stia compiendo con gli stessi strumenti e soggetti che lo hanno precedentemente generato con successo. 
Stile.it sceglie e raccomanda in maniera indipendente prodotti e servizi che si possono acquistare online. Ogni volta che viene fatto un acquisto attraverso uno dei link presenti nel testo, Stile.it riceve una commissione senza alcuna variazione del prezzo finale.
Categorie Tempo liberoTag