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Le detenute diventano sarte per Ikea

Ikea mette in vendita i prodotti di Gomito a Gomito, laboratorio sartoriale nato tra le mura del carcere di Dozza

Mani di sarta
 thinkstock

Nella Casa Circondariale di Bologna ‘Dozza’, sta avvenendo in parte quello che la detenzione dovrebbe avere lo scopo di fare: non solo punire, ma rieducare. E rieducare, nella speranza di essere reinserite in società una volta scontata la pena, significa anche imparare un mestiere, come quello della sarta ad esempio: alcune detenute della sezione femminile, grazie alla Cooperativa Sociale Siamo Qua fanno parte di un laboratorio sartoriale che, attraverso l’interazione di un colosso come Ikea, sta finendo su tutti i giornali, locali e non. Con grande orgoglio delle lavoratrici coinvolte.

Gomito a Gomito è il nome del progetto, del laboratorio sartoriale in cui le donne recluse collaborano con addetti e volontari della cooperativa per produrre manufatti (sciarpe, berretti, tessile per la casa, borse) che vengono poi venduti al Mercato della Terra di Bologna e altri eventi locali. Le detenute sono assunte dalla cooperativa, per cui ricevono uno stipendio per il lavoro che svolgono 4 ore la mattina dal lunedì al venerdì: un’attività lavorativa reale a tutti gli effetti. Qualche mese fa Ikea ha donato a Gomito a Gomito alcuni tessuti e materiali, con i quali le sarte hanno creato astucci, borse, grembiuli e altri oggetti in tessuto. Ora, nel weekend in arrivo, l’11, il 12 e il 13 aprile 2014, Ikea di Casalecchio di Reno (Bologna) metterà in vendita i manufatti, grande conquista per un piccolo laboratorio che ha così la possibilità di affacciarsi ad un pubblico molto più vasto.

Scegliere di acquistare un prodotto che nasce da Gomito a Gomito (o da laboratori affini) ha una forte valenza etica: significa sostenere e promuovere la funzione rieducativa che il carcere dovrebbe avere, come sancito dall’Art.27 della Costituzione Italiana. Per le detenute impegnarsi ad imparare un mestiere ha un grande valore in questo senso, ma è anche un modo di riacquistare fiducia in loro stesse, di sperimentare la loro creatività, l’abilità manuale, riscoprire la meraviglia dell’artigianato e illuminare un lato di loro stesse che non conoscevano, o lasciavano in ombra. E per mettere un’ulteriore ‘ciliegina’ etica sulla torta, tutti i materiali utilizzati nel laboratorio Gomito a Gomito sono donati o comunque di riciclo: una seconda possibilità alle persone e anche agli oggetti, in un’ottica di sostenibilità ambientale oltre che umana.

Se volete avere maggiori informazioni sul progetto Gomito a Gomito cliccate qui.