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I corti che promuovono l’Italia

Da Fellini ad Anderson, da Campari a Prada, dalla televisione al web, lo stile di vita italiano dà spettacolo. E  fa ancora sorridere. Contribuendo a dar lustro ai nostri marchi

Prada spot Castello Cavalcanti

L’Italia strappa ancora sorrisi. E consensi unanimi di pubblico e di critica. Almeno quando a mostrarla al cinema e sul web è un regista di pregio qual è l’americano Wes Anderson che, con il film corto “Castello Cavalcanti” co-prodotto da Prada, sembra ripercorrere le gesta di un maestro come Federico Fellini autore negli anni ’80 di un indimenticabile spot per Campari.

Italian way of life

Presentato in anteprima mondiale al Festival Internazionale del Film di Roma il 13 novembre u.s., “Castello Cavalcanti” racconta in quasi 8 minuti dell’incidente occorso nel settembre 1955 al pilota d’auto da corsa italo-americano Jed Cavalcanti in quel di Castello Cavalcanti, nel corso della mitica Molte Miglia a pochi chilometri dall’arrivo. E se ogni riferimento a persone, cose e luoghi è puramente di fantasia, la sceneggiatura è dettagliata e curata al punto da far sembrare tutto reale e credibile. In particolare, in un caleidoscopio di colori, suoni, rumori e, soprattutto, emozioni appartenenti alla migliore tradizione italiana, gli abitanti del “paese che non c’è” guidano il cugino americano Jed alla riscoperta dei piccoli e semplici piaceri della vita che fanno o, meglio, facevano grande e ricca l’Italia. Il bar del circolo che dà sulla piazza con al centro la statua di Gesù Nazareno e, al margine, la fermata dell’autobus, fa da sfondo ideale all’esistenza di una piccola comunità, lontana dallo stress e dalla velocità, che, in pochi frame, finisce con il conquistare ed adottare il buon Jed. Le barriere linguistiche sono solo un ricordo e l’immancabile piatto di spaghetti rappresenta la panacea a tutti i mali che suggella la ritrovata amicizia. In quello che suona come un inno all’Italian way of life, Prada, sponsor dell’iniziativa, è una presenza discreta al limite dell’anonimato se non fosse per la scritta “Prada Racing” che compare sulla tuta di Jed.

Prada Classics

Preceduto nel 2008 da The Double Club e, nel 2009, da Prada Transformer, Castello Cavalcanti rappresenta il terzo capitolo di un progetto ampio e articolato denominato Prada Classics con la quale la maison si ripropone di “continuare a ridefinire i sottili confini tra arte, architettura e cinema”. Considerato da parte di Anderson un “omaggio ad Amarcord di Fellini ed alla Cinecittà de La dolce vita”, Castello Cavalcanti è ora disponibile sul sito di Prada oltre che su Youtube. E chissà che, in considerazione del suo successo, Castello Cavalcanti non possa diventare addirittura il prologo ad un lungometraggio tout court interamente prodotto da Prada.

Campari Visions

Fu proprio Federico Fellini ad aderire, nel lontano 1984, ad un progetto di mecenatismo cinematografico analogo a quello di Prada e promosso, nello specifico, da parte di Campari. In quello che solo erroneamente può essere equiparato ad uno spot televisivo, una bella quanto enigmatica Silvia Dionisio guarda fuori dal finestrino di un treno in movimento, svogliata e annoiata da tutto quanto le si presenta:  dalla steppa ai ghiacci, dal deserto alla luna. Alla fine, sono la visione della torre di Pisa e l’arrivo di un corroborante cocktail Campari – novelli emblemi di autentico stile di vita italiano – ad entusiasmarla, ridonandole il sorriso smarrito e, soprattutto, la gioia di vivere. Funzionale ad estendere la presenza del marchio di beverage ad inediti territori di comunicazione, affrancandolo dal mero contrassegno di prodotto, l’iniziativa di Campari coinvolse in quegli anni altre grandi firme della regia quali Antonioni, Allen e Zeffirelli.

Brand experience

Iniziative culturali quali sono quella promossa da Prada con il cortometraggio “Castello Cavalcanti” generano esperienze raffinate, capaci di toccare le corde emotive più profonde degli spettatori e di creare affezione sia nei confronti della griffe sia riguardo ai suoi prodotti. Espressioni di valori anziché risposte a semplici bisogni, contribuiscono ad affermare veri e propri stili di vita. Comunque sponsorizzati.