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Suffragette, le donne, i diritti, il cinema

Sullo schermo la storia delle attiviste nella lotta per il voto sul finire degli anni ’80. Molte cose però restano immutate

Film suffragette
Pathé

Un film riporta alla ribalta dell’opinione pubblica il difficile percorso, ancora in movimento, che le donne hanno dovuto intraprendere nei confronti dell’uguaglianza in campo politico, sociale ed economico.

Si tratta di Suffragette, pellicola che aprirà il prossimo Festival di Torino, presentata mercoledì 7 ottobre al London Film Festival e che racconta la nascita delle proteste delle donne. nella Londra del 1876. Rimostranze potenti e finalizzate a ottenere il suffragio universale e il voto aperto anche alla propria categoria.

Senza limiti di età o classe sociale. A interpretare il coraggio di queste donne, realmente vissute nella seconda metà dell’Ottocento, un cast stellare formato da Meryl Streep, nei panni dell’icona femminista Emmeline Pankhurst, Helena Bonham Carter e Carey Mulligan. Proprio la Pankhurst, in seguito alle spinte sociali per l’uguaglianza, fonderà nel 1903, l’Unione sociale e politica delle donne, un think thank dei diritti, che dopo anni di lotte, porterà il Parlamento britannico ad estendere nel 1928, il diritto di voto a tutte le donne.

Dietro la macchina da presa, nemmeno a dirlo, una donna, la regista Sarah Gavron, che dirige un nutrito gruppo di donne e artiste davanti alla macchina da presa. Eppure, la lotta per i diritti delle donne non è materiale utile solo per un biopic “rosa” o per gli archivi degli storici.

Molte cose sono cambiate, ma altri ostacoli sociali impediscono la piena affermazione dell’altra metà del cielo, insieme alla costruzione delle tutele che essa merita. Emblematico il caso delle proteste avvenute durante il red carpet di presentazione del film a Londra. Un gruppo di attiviste dell’associazione Sisters Uncut, si è sdraiata sul tappeto rosso del cinema Odeon, per denunciare i tagli sempre maggiori del Governo ai programmi di sussistenza nei confronti della violenza contro le donne.

Tra le star del film, colte di sorpresa dall’azione delle attiviste, Helena Bonham Carter ha così commentato: “Sono contenta perché vuol dire che il film ha scosso le acque. Era quello che volevamo“. E anche  l’industria del cinema deve fare ancora molto per fare in modo che alle donne, più ruoli e maggiormente diversificati. Un modo in più per dire che i diritti sono davvero la prossima grande sfida di questa società. 

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