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Non chiamatelo vegano (anche se lo è)

Un ristorante vegan che non si fa chiamare vegan. Strategie di marketing vegetale

Pranzo
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La più grande resistenza degli onnivori rispetto al cibo vegan è fondata su pregiudizi. Spesso si pensa che un piatto vegano equivalga a poco gustoso, restrittivo, insapore, dietetico, ma si tratta di preconcetti, basati spesso sulla non-conoscenza dell’argomento in questione. Perché, lo sanno bene i vegani e i vegetariani, ma anche gli intolleranti a certi alimenti, in realtà i piatti a base vegetale possono essere molto più gustosi, ricchi, nutrienti e golosi di quanto si pensi.
 
E’ proprio per aggirare questo pregiudizio che il proprietario di un locale di Washington, Ran Nussbächer, ha deciso di non etichettare il suo Shouk come ristorante vegan, sebbene il 100% degli ingredienti che usano in cucina siano vegetali. Un ristorante vegan che non dichiara di esserlo, proponendo un menù gustosissimo di derivazione mediorientale basato esclusivamente su vegetali, farine, legumi, e che non propone cibi che imitano i derivati animali (‘formaggio’ di soia, ‘bistecche’ di glutine, ‘wurstel’ vegetali), ad eccezione di una sorta di yogurt libanese realizzato con le noci. Ran Nussbächer racconta al WashingtonPost Non volevo ‘veganizzare’ i piatti, e non vogliamo utilizzare ingredienti strani per realizzare le imitazioni del formaggio”, si tratta di piatti naturalmente vegetali. Una strategia di marketing interessante, che se da un lato rende felici tutti coloro che non vogliono mangiare derivati animali, dall’altro non rende scettici gli onnivori con lo spauracchio della rinuncia, del pranzo restrittivo. A farci caso si nota che la lista di ingredienti è vegetale, ma non è la bandiera veg a sventolare, e in questo modo lo scetticismo non suona come un allarme nella testa di chi vegano non è.
 
Altra realtà americana che ha scelto di sposare questa strategia di marketing è la Sticky Fingers bakery, la cui proprietaria Doron Petersan afferma di non voler usare la parola ‘vegan’ per il suo menù, nonostante esso sia interamente vegetale “Le persone sono sempre più inclini a provare cibi di derivazione vegetale, ma etichettarli come ‘vegan’ fa loro un disservizio”. I vegani potrebbero non essere tutti d’accordo, d’altronde si tratta di una scelta etica che non vuole affatto essere nascosta, ma questa strategia potrebbe essere un buon espediente per far capire alle persone che mangiare vegetale è più facile, buono e nutriente di quanto si pensi, abbattendo almeno uno dei tanti pregiudizi sull’alimentazione senza derivati animali.