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Dalla baguette al cheeseburger, la Francia cambia gusto

Ogni due panini venduti, uno è il tipico sandwich americano

Hamburger tavola
 thinkstock
La patria del cibo di qualità e della conversazione prolissa sostenuta in uno dei tanti bistrot cittadini, muta il profilo storico dei propri consumatori. Oggi ogni due panini venduti, uno è un hamburger, almeno secondo una recente ricerca condotta dall’agenzia di marketing Gira Conseil. Nel 2000 lo stesso avveniva ogni nove panini e ogni sette, nel vicino 2007. Non solo: il 75% dei 110 mila ristoranti di cucina tradizionale offre almeno un sandwich carnivoro all’interno del proprio menu.
 
Insomma il piatto multistrato a stelle e strisce combatte una battaglia durissima per conquistare il titolo di re della tavola francofona contro un avversario temibile: il classico jambon-beurre, baguette con prosciutto e burro. Ma quali fattori hanno invertito la rotta dei desideri gastronomici d’oltralpe? Forse la riduzione del tempo disponibile per il pranzo? Possibile, visto che le statistiche parlano di meno di mezz’ora per consumare un pasto nutriente. Il dato da solo non spiega però l’alto l’indice di penetrazione nell’offerta dei ristoranti. 
 
Probabile che il cambio di abitudini nutrizionali sia dovuto anche al processo di restyling che ha investito negli ultimi anni alcuni cibi classici dello street food. Per capirlo basta fare un giro nella capitale parigina da Blend, mecca contemporanea dell’hamburger gourmet di Victor Garnier. Al numero 44 di rue d’Argout, l’ambiente è giovane, di tendenza e il locale è sempre affollatissimo. Se poi si cerca qualche informazione navigando nella rete, ci si imbatte nel curatissimo sito del ristorante dove capita di rimanere a bocca aperta di fronte alle fotografie seducenti di un hamburger succoso. Forse non sono i francesi ad aver scelto per primi di abdicare al passato culinario del paese, è piuttosto il mercato ad aver compreso che alcuni cibi, senza un accattivante processo di re-branding, rischiavano di rimanere per sempre iconiche immagini del cosiddetto junk food. Quelle horreur. 
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