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Ethicatering, il riscatto sociale passa dal food 

Il servizio utilizza prodotti nati in territori confiscati alla mafia e creati in carcere

Verdure bio
 thinkstock

17 cooperative lavorano per portare in tavola prodotti artigianali coltivati nei territori liberi dalla mani pesanti della ‘ndrangheta o si industriano per commercializzare i panettoni realizzati nelle case circondariali di Busto Arsizio. Un progetto dal forte valore sociale connette i poli del tessuto solidale. Oggi il catering ha un sapore nuovo e prezioso: quello di una seconda possibilità.

Il progetto Ethicatering nasce attraverso la volontà di individuare nuovi canali per la diffusione dei prodotti etici coinvolgendo i servizi di ristorazione e promuovendo il valore sociale degli alimenti nostrani all’interno del classico buffet. L’idea di coniugare il servizio di ristorazione con la sensibilità sociale è di Ludovica Guerrieri, imprenditrice che già due anni fa esportò i prodotti della cooperativa libera in una delle patrie del cibo gourmet, la Francia, all’interno della bottega Ethicando. Oggi insieme alla socia Beatrice Busi Deriu, inseriscono il circolo virtuso all’interno del servizio di catering.

Secondo la Guerrieri interpellata dal Redattore Sociale: “L’esperienza parigina mi ha insegnato una cosa importante,  e cioè che anche da un solo pezzo di cioccolata puoi raccontare una grande storia e restituire dignità a tutta la filiera: da chi lo produce a chi lo consuma. E una volta in Italia non volevo perdere quello che avevo costruito. L’ idea è nata insieme a Beatrice Deriu, che si è sempre occupata di organizzazione di eventi e anche lei è molto sensibile alle tematiche sociali“.

Ogni prodotto gastronomico ha alle spalle una storia densa che vuole essere raccontata, è questo il surplus aggiunto. “Sui tavoli dei buffet, istituzionali e non, vengono presentati i prodotti di 17 cooperative sociali, “ognuna con la sua storia, ciascuna con un forte desiderio di riscatto – continua – Puntiamo innanzitutto sulla qualità: per questo abbiamo scelto la cioccolata di Dolci libertà, la cooperativa del carcere di Busto Arstizio che ha vinto il primo premio nel 2011 a Eurochocolate, c’è poi la marmellata di clementine prodotta dagli imprenditori calabresi antindrangheta, i prodotti di Libera terra, il panettone del carcere di Padova e un vino fatto nel carcere di Alba dai detenuti in collaborazione con una scuola di vini. E in ogni evento facciamo anche molta comunicazione del valore aggiunto di questi manufatti”.

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