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Un orto di stranezze

5 verdure poco comuni ma molto saporite per piatti originali

verdura esotica

Non si trovano nelle ricette della nonna, e spesso hanno origini esotiche, eppure oramai si coltivano anche in Italia e stanno facendo la loro comparsa sugli scaffali della verdura e nei mercati locali, anche grazie alla ventata di nuovi sapori che la cucina etnica sta portando nelle nostre case. Ecco 5 verdure ‘strane’, ma gustose e perfette per variare il menù.

Daikon. Ha un nome che sembra quello di un supereroe Manga, e difatti proviene dall’estremo Oriente: si tratta di un ravanello bianco, dalla forma allungata come una grossa carota. Si può consumare crudo grattugiato o tagliato a rondelle sottili, e condito con olio sale e aceto; lo si può aggiungere alle zuppe e ai minestroni; mettere sotto aceto, e infine stufare. Il suo pregio sta nella ricchezza di vitamina C.

Okra. Altro nome esotico per un vegetale dalle origini africane, utilizzato molto in Medio Oriente, in India e in Brasile; in Europa lo si trova nei piatti di Albania, Bosnia e Romania. All’aspetto sembra un peperoncino verde, ma è più consistente e la sua superficie è ricoperta di una leggera peluria (come quella delle pesche, per intenderci); il sapore è simile a quello di un asparago. Si consuma solitamente stufato con il pomodoro e la cipolla, oppure condito con olio e limone; lo si può aggiungere ai piatti di verdure miste ed è ottimo fritto in pastella. L’okra è ricco di acido folico e vitamina A.

Topinambur. Qualcuno lo conosce come ‘rapa tedesca’, il topinambur è un tubero, che infatti ricorda le patate (ma con un aroma di carciofo), e come esse si può preparare in mille modi. Trifolato, al forno, stufato, in puré, si possono creare originali risotti e vellutate, oppure lo si può friggere come chips. Tra le virtù del topinambur, oltre alle vitamine A e B, c’è la capacità di regolare l’intestino e i valori glicemici. Ha origini nord Americane, ma è diffuso praticamente ovunque, anche in Italia.

Pastinaca. Un destino curioso ha caratterizzato la pastinaca, una radice simile alla carota bianca, che in antichità era diffusissima sulle tavole dei Romani ma poi è stata pian piano dimenticata e rimpiazzata con la ‘cugina’ arancione. Si cucina come le carote, con le quali ha in comune anche il sapore, ma più intenso e zuccherino: zuppe, vellutate, stufati, contorni misti, pinzimoni. La pastinaca è ricchissima di potassio e acido folico.

Cavolo rapa. Un ortaggio che si vede spesso nei mercati rionali, che tuttavia fa sorgere spontanea la domanda: cos’è, e come lo preparo? Il cavolo rapa ha l’aspetto di una rapa verde tenue, le cui foglie invece somigliano a quelle del cavolo nero. Queste ultime sono tenere e si possono consumare nelle minestre, mentre l’ortaggio si può mangiare crudo a listarelle, oppure rosolato o ancora al vapore. Se lo lessate leggermente, lo scavate e lo farcite con pane grattugiato e la sua stessa polpa, e lo rimettete in forno, otterrete un secondo originale di verdura ripiena.