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Alba Rohrwacher e le scrittrici

Alba Rohrwacher modella per un giorno, con il pensiero alle sue scrittrici preferite, Virginia Woolf e Colette

Alba Rohrwacher
AP

Il panorama del cinema italiano riserva spesso, nonostante i mugugni di chi lo vorrebbe più sfarzoso, più internazionale, più ricco, delle grandi sorprese. Alba Rohrwacher però non è più una sorpresa per gli amanti del nostro cinema, ma piuttosto una conferma. Dopo il debutto sul grande schermo nel film di Carlo MazzacuratiL’amore ritrovato” (2004), ha conquistato il pubblico e la critica con alcune interpretazioni eccezionali, che le hanno guadagnato due David di Donatello: il primo, nel 2008, come miglior attrice non protagonista per “Giorni e nuvole” di Silvio Soldini e il secondo nel 2009, stavolta come miglior attrice protagonista per “Il papà di Giovanna” di Pupi Avati

Classe 1979, orvietana di madre umbra e papà tedesco, Alba ha scoperto la sua vocazione alla recitazione a vent’anni, quando abbandona gli studi di medicina per frequentare il Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma: lo fa senza troppi rimpianti, convinta di aver fatto la scelta più giusta. E i risultati fin qui ottenuti sembrano darle ragione: un viso intenso e delicato, evanescente e quasi infantile hanno conquistato alcuni tra i più importanti registi italiani, tra i quali i già citati Mazzacurati, Soldini e Avati, oltre a Daniele Luchetti (che l’ha diretta in “Mio fratello è figlio unico” nel 2007), Riccardo Milani (“Piano, solo”, 2007) e Antonello Grimaldi (“Caos calmo”, 2008).

Proprio Soldini l’ha richiamata per un film che uscirà in sala ad aprile, “Cosa voglio di più”: un regista che, come dichiara Alba in un’intervista rilasciata al magazine “D” di Repubblica, è “bravissimo a raccontare la sensibilità femminile”, nonostante “la donna, nel cinema italiano sia spesso una figura stereotipata”. L’intervista è completata da un servizio fotografico in cui Alba Rohrwacher posa per Annie Lerner e Danilo Scarpati indossando abiti di Prada, Marni, Chanel, Louis Vuitton, Ralph Lauren, Fendi, Miu Miu: sul set di moda, allestito a Torino, in una casa in cui le è “venuto voglia di interpretare storie di donne”, di scrittrici che la rispecchiano: Virginia Woolf, Colette. Un’ispirazione che si riflette anche nella scelta degli abiti, dai colori delicati, quasi timidi e all’apparenza innocenti, uno stile seducente quasi senza premeditazione.

Il 2010 sarà un anno di importanti conferme per lei: oltre al film di Soldini, sarà protagonista della pellicola che Saverio Costanzo ha tratto dal bestseller di Paolo Giordano “La solitudine dei numeri primi”. Altre conferme, ne siamo certe, per lei e più in generale per il cinema italiano.

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