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Penelope tra gli dei

Torna alla ribalta Penelope Cruz con due ruoli irresistibili, diretti da Woody Allen e Rob Marshall, che la confermano tra le star più luminose del firmamento hollywoodiano.

Penelope Cruz
LaPresse

Molti la ricordano nel suo debutto cinematografico, sul set di “Prosciutto Prosciutto”, la pellicola di Bigas Luna che nel 1992 inaugurava una carriera costellata di ‘ritorni’ ed innamoramenti. Un fil rouge che lega personaggi chiave, testimoni di un talento infallibile e di uno spessore umano che, una volta conosciuto, difficilmente si dimentica.

È il caso dell’amicizia con Pedro Almodovar, a cui la Cruz deve fama mondiale, dopo il successo di “Tutto su mia madre” (1999, in cui interpretava una suora affetta da AIDS). E di quella con il collega Javier Bardem, conosciuto dietro ai primi ciak quando, appena diciottenne, mostrava senza veli un erotismo ancora in erba. Insieme a lui, sarà di nuovo sul grande schermo con la pellicola spagnola di Woody Allen, “Vicky Cristina Barcelona” nelle sale da venerdì 17 ottobre.

A dare il via all’inedita collaborazione col regista newyorkese è proprio la visione da parte di Allen del cult firmato Almodovar, “Volver”, con cui Penelope si era guadagnata la Palma a Cannes 2006. È amore a prima vista e, con la sua fretta proverbiale, il genio della commedia hollywoodiana la elegge nuova musa, da aggiungere al proprio bouquet femminile, tra Scarlet Johanson (con cui Allen è già alla terza collaborazione) e Rebecca Hall. Un trio ‘vizioso’ e irresistibile, che ruota intorno al macho Bardem. Ma questi, naturalmente, non può che scegliere il fascino latino dell’antagonista.

Un ruolo che ha già fatto scalpore (nonostante l’accoglienza tiepida ricevuta dal film lo scorso maggio a Cannes), grazie alla sfida tra colleghe, consumata a colpi di seduzione.  Ma, soprattutto, al bacio lesbo tra Scarlet e Penelope, che ricorda quello tra Diane Keaton e Mia Farrow in “La rosa purpurea del Cairo” (Woody Allen ’85).

E mentre qualcuno già grida all’Oscar, lei salta da uno studio all’altro sul set milionario di “Nine”, il musical di Rob Marshall ispirato ad “8 e mezzo” di Federico Fellini, previsto per il 2009. L’ennesima prova di talento dell’attrice madrilena, che ha già dimostrato di meritare un posto d’onore tra gli dei di cellulosa, nonostante un cammino non privo d’ostacoli. Costretta a migrare dalla Spagna per seguire un sogno nella terra “dove tutto è possibile”, a scontrarsi con la solitudine, con l’esercizio sfiancante del proprio dialect coach, in ruoli che tarpavano le ali al suo talento poliedrico.

Ma ormai per Penelope la gavetta non è che un fiero ricordo, grazie alla tenacia, all’ottimismo che non l’ha mai abbandonata e alla celebre capacità di saper trattare con tutti. E a chi l’accusa di “eccesso” di diplomazia, lei ribatte con una dichiarazione d’umiltà: “Basta non giudicare al primo sguardo e restare se stessi”. Ecco il segreto che l’ha portata ad essere tra le donne più fotografate di Hollywood, anche dopo la fine della sua relazione con “Mr bacio in pubblico-Tom Cruise”. Ed oggi che è giunta alla prova del 9, in un ruolo che alla recitazione mischia anche ballo e canto, si dice felice e divertita dall’esercizio fisico e vocale. Specialmente da quando il suo accento, sensualmente spagnolo, non è più confinato all’espressione urlata di derelitte e emarginate sociali.