Pubblicato il

Musicisti italiani alla conquista di Berlino

Grazie alla musica, a Berlino l’Italia non viene più riconosciuta soltanto per la moda e la cucina

Violino

Se si chiedesse ad un tedesco quali musicisti italiani conosce, quasi sicuramente la risposta sarà Albano e Romina (“La felicità” qui ha lasciato il segno) oppure Adriano Celentano; l’onda lunga della musica pop dei ’60 insiste ancora nell’immaginario comune. Frequentando il panorama musicale di Berlino tuttavia si scopre che, sempre di più, le sonorità della musica nostrana sono conosciute e apprezzate.

In particolare piacciono le caratteristiche peculiari che contraddistinguono la nostra cultura. Piace il suono della lingua (che loro definiscono musicale, rotonda), ma anche quell’estro nella composizione melodica che subordina l’uso dei tecnicismi all’inventiva. La nostra è considerata una cultura ricca di fantasia, una  caratteristica considerata molto charmant ai loro occhi. Questa scoperta della nuova musica italiana avviene in modo molto trasversale: i generi vanno dal jazz alla musica classica, passando per il pop e il folk.

Anche i luoghi delle performances variano, da quelli più intimi ai veri e propri cult. Locali storici come il  Quasimodo e il Trompete o più stravaganti come il Tipi das Zelt hanno da tempo aperto le porte ad artisti del calibro di Gianmaria Testa, Carmen Consoli e Vinicio Capossela, riscuotendo sempre grandi successi. Vasco Rossi, Ligabue o Eros Ramazzotti si esibiscono invece in sale concerto più grandi, come il Tempodrom, il Fritzclub im Postbahnhof o l’ O2 World, e i loro spettacoli fanno sempre il tutto esaurito.

Anche la Berliner Philarmonker – la bellissima filarmonica progettata dall’architetto Hans Scharoun – ha più volte ospitato musicisti italiani come Enrico Rava (jazz) o il Quartetto di Roma (classica). Insomma, da un po’ di tempo a questa parte la musica italiana si sta  facendo largo all’interno dei ricchi programmi  di Berlino.

Un capitolo a parte va però dedicato a un particolare fenomeno in espansione. Sempre più frequentemente infatti giovani artisti del nostro paese  decidono di trasferirsi in pianta stabile in questa città che, famosa per la ricchezza della vita notturna, offre loro spazi e modi di esibirsi e sperimentare liberamente la propria vena musicale.

Anche in questo caso si tratta di generi dei più vari. E’ il caso di gente come Giovanni Cellie, ventiduenne pianista milanese, che trasferitosi a Berlino, è diventato un apprezzato compositore e produttore, o Francesco Scala, in arte “Franz Underwear”, giovane dj abruzzese, che oltre a suonare presso importanti club come il Cookies  o il WMF, insieme a un gruppo ha fondato  l’etichetta musicale “Slow Motion”.
Grazie alla musica, quindi, una cosa è sicura: a Berlino l’Italia non viene più riconosciuta soltanto per la moda e la cucina.

Leggi anche:
A Berlino la “classica” è di moda