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“oversteps”: la trasgressione degli autechre

A distanza di più di vent’anni dal loro primo lavoro gli autechre muovono ancora il mercato della electromusic proponendo un disco da cui ci si aspetta scintille.

Oversteps

Appassionati di musica elettronica preparatevi: tra il 22 e il 23 marzo sarà disponibile il nuovo album degli Autechre intitolato “oversteps”. Il duo che ha fatto la storia dell’electromusic è uno dei più importanti e famosi gruppi della Warp Records, un’etichetta discografica fin troppo conosciuta nell’ambiente. I nuovo album è così atteso che è già possibile prenotare cd e vinile, anche in versione delux, sul web (http://autechre.ws).

Il gruppo dei due dj di Rochadale, Rob Brown e Sean Boot, torna a farsi spazio nel panorama musicale di questo nuovo decennio. Il titolo del lavoro, “Oversteps” letteralmente “oltrepassare il limite”, è tutto un programma: si intravede odore di sperimentazione e novità, i due fattori che hanno maggiormente contribuito alla iniziale notorietà degli autechre. I fan sono impazienti e hanno cominciato il countdown mesi fa, la pubblicità non serve il passaparola sul web è già abbastanza, il mondo attende fremente le note in cui si perderà.

I due ragazzi, amici sin dall’adolescenza, formarono il gruppo nel 1987 cominciando la propria carriera registrando e scambiandosi collage musicali, per poi passare a creare le loro personali composizioni. La novità del sound e la creatività imbarazzante nell’accostare diverse sonorità sperimentando con nuove tecniche i confini della musicalità conquistano in brevissimo tempo l’intero mondo musicale elevando questi due ragazzi ad idoli di più di una generazione. Le loro sinfonie elettroniche nascono da architetture complesse, basate su tempi inusuali e suoni distorti, con un uso massiccio di voci filtrate e riverberi digitali.

Il nome Autechre è assolutamente casuale, come ha spiegato S. Booth: “le prime due lettere furono intenzionali, perché c’era un suono ‘au’ nella traccia, le restanti lettere furono picchiate sulla tastiera a casaccio. Avevamo questo titolo pronto da tempo e l’avevamo scritto su di una cassetta, con un po’ di effetti grafici. Ci piacque e cominciammo ad usarlo come nome.”

Il progetto di Rob Brown e Sean Booth è attivo da ormai più di 20 anni e ha alle sue spalle alcuni capolavori come “Tri Repetae” (1995) e LP5 (1998), senza dimenticare i primi due Incunabula (1993) e Amber (1994), tutt’oggi considerati pietre miliari nella sotoria della musica elettronica, nonchè assolutament attuali e ineguagliabili.

Sebbene anche gli ultimi album siano ottimi lavori, vengono considerati, per la stragrande maggioranza dei fan, inferiori rispetto ai primi, nonostante questo tutti, nessuno escluso, sono assolutamente curiosi e impazienti di ascoltare l’ultimo lavoro degli Autechre sperando e confidando nella loro genialità e bravura.

Come la musica classica, il jazz o l’opera anche la musica elettronica ha bisogno di tempo per essere compresa ed apprezzata appieno dall’orecchio della maggior parte delle persone, tutto ciò per dire che questo album sarà assolutamente imperdibile per ogni appassionato di musica che si rispetti, che siate un fautore dell’elettronica o meno, provare per credere, ne rimarrete quantomeno stupiti.