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Macho o micio? La parola alle donne

La battaglia tra muscoli e carezze ha decretato un vincitore: a sancirlo gli studi internazionali condotti da alcune università in base ai quali…

Macho, muscoli
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Tanto bravi a parole quanto incapaci nei fatti: il macho italico si dimostra un fallimento. E la fama del maschio nostrano si disperde, sino a diventare un fantasma parodico di ciò che negli ultimi decenni appariva al mondo. Ma la domanda vera è: l’uomo sbaglia o si adegua? Muscoli in vista, petto villoso, mascella pronunciata, spalle larghe: segno di una moda che è cambiata?
 
Già, l’idea dell’uomo macho è finita, non piace più alle donne. A dirlo, questa volta, è uno studio: i visi che possiamo definire “testosteronici”, con tratti e mandibola forti e sopracciglia folte, non sono più i preferiti dalle donne. Secondo la ricerca, apparsa su Proceedings of the national academy of sciences, il viso macho viene considerato troppo aggressivo dalle donne. La scoperta ha stupito perfino l’equipe di ricercatori di diverse università del mondo che hanno testato le preferenze di 12 popolazioni di 10 nazioni diverse: i visi maschili con tratti più dolci e femminili sono i preferiti dalle donne. Le ragioni sono diverse: meglio non avere accanto un volto rude “pericoloso”, si preferisce un viso più delicato che inspira più fiducia fin dal primo incontro. 
 
Sono soprattutto le donne provenienti da bassi ceti sociali a gradire gli uomini dai tratti delicati: “È stata una sorpresa per noi – afferma il sociologo Andrew Clark  – scoprire che le donne del Sud America preferiscono gli uomini più femminili”. La maggior parte di coloro, maschi e femmine, che vivono nelle aree più industrializzate del mondo, invece, optano maggiormente per gli stereotipi di bellezza, preferendo un uomo molto virile e una donna molto femminile. 
 
Una scelta confermata anche da un’altra conferma, dove le protagoniste sono le donne in attesa: secondo lo studio italiano coordinato da Emmanuele A. Jannini, docente di endocrinologia e sessuologia all’Università Tor Vergata di Roma, in materia di preferenza sessuale le donne in dolce attesa non sono più capaci di “distinguere o scegliere quando viene chiesto loro quale tipologia di maschio preferiscono per “una notte di sesso” e “per tutta la vita”. Questo dato – conclude Jannini – descrive molto bene come tutto il corpo femminile, quando si aspetta un figlio, sia concentrato sull’obiettivo di mettere alla luce il piccolo. E’ la natura che ci richiama all’ordine”. Bene, chiamate il WWF.

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