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BioCouture, il lato fashion dei batteri

Il futuro della moda guarda ai microorganismi: BioCouture produce tessuti partendo da elementi organici

Fashioning the future
Fashioning the future

Una giacca di alghe, un berretto di carote, una maglietta di funghi: non siamo nel mondo di fantasia, ma nel quartier generale di BioCouture, azienda di counseling che sperimenta le nuove frontiere della moda, sostituendo le fibre classiche con quelle derivate da microorganismi viventi. Batteri, funghi, cellulosa, chitina, alghe: la natura è piena zeppa di materiali datti all’uso e al consumo, solo che i suoi confini non sono ancora stati esplorati.

Suzanne Lee è la designer inglese che ha dato vita a BioCouture, in cui si sperimentano i processi biologici fino a farli coincidere con le esigenze della moda. Partendo da microorganismi si trova il modo di farli ‘fermentare’ fino a che essi producono un materiale che andrà poi trattato, essiccato e utilizzato come fosse un tessuto. Alcuni si prestano ad assomigliare al cuoio, una sorta di pelle vegetale, altri si avvicinano di più alla seta per consistenza e leggerezza. Collaborando con diversi laboratori, tra cui quello della Tufts University del Massachissetts, Suzanne Lee è arrivata a produrre veri e propri tessuti vegetali, anche grazie alla sua precedente esperienza come designer  tessile presso maison di grosso calibro (Hussein Chalayan, Jenny Packham). E in alcuni casi si tratta di tessuti con proprietà notevoli, come la seta impermeabile, perfetta per outfit sportivi ad esempio.

Secondo l’azienda il futuro è necessariamente bio: materia prima sostenibile, possibilità continua di migliorare le prestazioni dei tessuti, nonché nuovi, infiniti orizzonti per la moda e il design (per non parlare dell’arte intera), e non ultima la possibilità di ‘coltivare’ i propri tessuti da soli: sul sito ufficiale di BioCouture è possibile scaricare una scheda con le istruzioni per produrre il proprio materiale organico casalingo dalla cellulosa batterica, fino ad ottenere un innovativo cuoio vegetale.

BioCouture ha sede a Londra, ma collabora in tutto il mondo con diverse aziende di moda, design, sportswear. Le idee visionarie di Suzanne Lee sono raccolte in un libro ‘Fashioning the Future: tomorrow’s wardrobe’ (edito da Thames and Hudson), in cui vengono esplorate le possibilità più disparate di creare moda. Dagli abiti-spray ai vestiti che si coltivano, il volume indaga sia l’aspetto scientifico che quello creativo di un futuro possibile, e in alcuni casi già presente.

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