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La moda cede il posto alla cultura

Dior e Louis Vuitton fanno un passo indietro e restituiscono allo storico quartiere parigino di Saint-Germain-des-pres gli spazi culturali che l’hanno reso celebre

cafe de flore parigi

Succede in tutte le grandi metropoli: i quartieri cambiano così in fretta che spesso si arriva a snaturarli, e non solo dal punto di vista architettonico. Cambia l’aria che si respira, l’atmosfera, il sentimento che suscitano. Questo è quello che è accaduto, tra i tanti, a Saint-Germain-des-pres, uno dei quartieri più famosi di Parigi, culla degli intellettuali e luogo d’origine dell’Esistenzialismo. La zona chiamata Rive Gauche, la riva sinistra della Senna, l’anima culturale della capitale francese, ha il suo cuore proprio qui, tra Saint-Germain-des-pres e il Quartiere Latino. Eppure negli ultimi decenni il quartiere è stato spogliato della sua ‘funzione’, le librerie e i caffè sono diminuiti drasticamente, per rivestirsi di moda e lusso. Complice la bolla immobiliare, i prezzi di mercato degli edifici sono saliti alle stelle, e al posto delle piccole librerie si sono piazzati il monomarca delle grandi firme. Negli anni intellettuali, politici, scrittori, librai non hanno mai smesso di denunciare la deturpazione di un luogo che conserva un’eredità di immenso valore.

Qual è la notizia in tutto ciò? Che ora le maison stesse stanno facendo marcia indietro. Strano ma vero, sono già due le grandi case di moda che hanno deciso di restituire al quartiere i luoghi che l’hanno reso tanto famoso. A cominciare da Dior, che più di dieci anni fa spodestò la celebre libreria Divan per aprire un monomarca proprio accanto alla grande chiesa di Saint-Germain-des-Pres, provocando l’ira della cantante Juliette Greco che denunciò ‘l’aggressione’ ai danni del quartiere. Ebbene, oggi quello spazio è tornato ad essere una libreria, La Hune, mentre Dior per ora ha battuto la ritirata. Che sia stato per amore per la cultura o per meri motivi economici non ci è dato saperlo per certo, fatto sta che uno spazio culturale ‘inghiottito’ dal mercato lusso è tornato a svolgere la sua funzione primaria.

E non è l’unico esempio. Si tratta solo di un evento temporaneo per ora, ma anche Louis Vuitton ha deciso di dare spazio agli antichi fasti, aprendo (fino al 31 dicembre) un insolito salone letterario. Ogni settimana ospiterà artisti e intellettuali che terranno dibattiti e modereranno conversazioni, proprio come ai tempi di Jean-Paul Sartre e Simon de Beauvoir. Tra gli ospiti che interverranno vi saranno registi, scrittori, musicisti (il jazz francese ha le sue radici qui) e le conversazioni si terranno su invito, ma saranno filmate e visibili online. Non mancheranno mostre e una piccola biblioteca, mentre al centro della sala vi è una grande scultura che omaggia Marcel Duchamp e Andrè Breton.

Questa zona di Parigi ha visto nascere idee e opere d’arte, nei suoi mitici caffè come il Cafè de Flore e il Les Deux Magots trovavano rifugio gli allora squattrinati intellettuali come Sartre e de Beauvoir, ma anche Jaques Prevert, Edouard Manet, Pablo Picasso, Jean-Luc Godard, Francois Truffaut. Solo nel quartiere Saint-Germain-des-Pres si trovano la maggior parte delle case editrici francesi e delle gallerie d’arte, almeno una quarantina di cinema e un buon terzo delle librerie parigine. Le quali soffocate dal mercato del lusso continuano a chiudere i battenti, salvo iniziative come quelle di Dior e Vuitton, che speriamo diano l’esempio.