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Le perle della Polinesia

La Polinesia francese è il regno della perla che affascina tutto il mondo, simbolo di bellezza e sensualità

Perle nere
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Simbolo di bellezza e sensualità la perla nera non poteva che originarsi da quel luogo del mondo che tanto assomiglia a un Eden terrestre, la Polinesia. Qui infatti – nel placido azzurro delle lagune circostanti le 118 isole che formano un ponte ideale grande quanto l’Europa tra l’Oceania e il Sud America – la madreperla prende vita incantando per il suo fascino magnetico e senza tempo.

Le antiche leggende raccontano che la perla di Tahiti– il cui nero racchiude le nuance di tanti colori, dal blu al verde e al rosa – nacque dal Dio Oro, re del Firmamento, che scese sulla terra per cercare una moglie mortale. Per farlo la divinità camminò sull’arcobaleno, che unisce il mare al cielo, facendo scivolare da esso alcune gocce di colore e di luminosità astrale, che si trasformarono nelle perle giacenti sul fondale. Ma anche che Te’ava’e (la dea Luna) ammaliata dalle ostriche del mare abbia voluto donare loro la rugiada celeste, che conservano in questo gioiello nero dalle spettacolari sfumature.

Romantiche storie che lasciano intendere come l’incanto delle perle sia quasi inspiegabile senza un tocco magico della natura che le ha volute incarnazioni dell’amore eterno – quello tra il Dio Oro e la donna tahitiana, tra il cielo e la terra – e della bellezza eterea della luna. Madreperla è donna – ma anche uomo – che in essa ritrova il talismano della giovinezza e della sensualità: lo sanno bene grandi stilisti come Jean Paul Gaultier, Karl Lagerfeld e Alexander McQueen; e icona di indomite veneri (Kate Moss, Sharon Stone, Liz Taylor e Joan Collins, sono solo alcune delle sue più famose fans).

Ma la perla, la black pearl, è soprattutto Tahiti e le altre isole della Polinesia francese, loro habitat naturale e oggi estesa area per l’allevamento (la pesca selvaggia ha indotto il governo tahitiano a regolarne la vendita consentita solo per quella di vivaio). Dai mercati alle boutique di lusso l’assortimento sembra quasi infinito, ma mai uguale a se stesso: ogni perla ha una sua forma – perfettamente sferica, arrotondata, allungata…- così come superficie -liscia o con qualche imperfezione – e dimensione (dai 7/8 mm di diametro fino a più di 20) che la rendono unica, anche dal punto di vista del valore.

Così ciascuno ha il suo proprio gusto nell’indossarla, “nuda” o con un semplice cordoncino di caucciù, con una montatura in oro o in argento o in stessa madreperla. A Papeete, ma anche Moorea e Bora Bora, un nome su tutti spicca per i gioielli ed è quello del magnate dell’industria perlifera Robert Wan, proprietario di numerose boutique e anche di un museo della perla,; mentre chi predilige l’acquisto diretto dal produttore può recarsi in uno dei tanti ferme perlièr (allevamenti) presenti nelle isole. C’è infine chi trasforma le perle in vere e proprie opere d’arte come lo scultore Hiro Ou Wen, che le lavora con sapiente maestria insieme alla nacre (guscio della conchiglia).

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