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L’insalata che cresce… sul tetto

La nuova frontiera della ristorazione new yorkese punta su insalate che provengono dai rooftop gardens, gli orti sul tetto

Insalata

Sarà stata Michelle Obama con il suo impegno nel sostenere uno stile di vita sano, o sarà che a furia di abusare di cibo spazzatura ad un certo punto ne arriva il rifiuto, fatto sta che New York è ufficialmente in prima linea nella promozione di un’alimentazione salutare. Il sindaco Bloomberg sta meditando di mettere al bando i formati maxi di bibite zuccherate (dai soft drink ai ‘frappuccini’ vari). Negli uffici spopolano i Cleanser, succhi di frutta e verdura da assumere in una sorta di rituale dietetico collettivo. I prodotti organic (biologici) sono la nuova fissazione del newyorkese medio.

Va ad aggiungere un tassello nel quadro della nutrizione sana la tendenza dei luoghi di ristorazione a servire rooftop salads, ovvero le insalate (e le verdure) che vengono coltivate direttamente nell’orto del ristorante stesso. Che spesso si trova sul rooftop, il tetto. I rooftop bar sono oggi la quint’essenza della movida new yorkese, e alcuni chef hanno deciso di sfruttarli al meglio, ritagliandone appezzamenti per coltivare verdurine in loco. Alcuni invece non hanno l’orto direttamente sul tetto, ma magari sul retro o spostato di qualche chilometro, ma il concetto rimane lo stesso.

Cucine molecolari, forni supersonici e tecnologie di food design varie non sono più l’eccellenza tra gli chef della Grande Mela: servire un’insalata con prodotti auto coltivati è la vera essenza del gourmet. Come per esempio ha scelto di fare Eli Zabar, un fornaio (con un centinaio di dipendenti) che negli anni ha iniziato a coltivare sul rooftop dello stabile nell’Upper East Side pomodori per le pizze, frutta per le marmellate, e i greens, foglioline saporite di piante diverse con cui compone le sue ormai celebri insalate.

Una vista mozzafiato su una Manhattan affacciata sul mare, e un’insalata condita con fiori, colorata e deliziosa: questa la ricetta vincente di Riverpark, elegante ristorante per cui i proprietari coltivano circa 180 piante, il cui terreno viene nutrito di compost naturale speciale (proviene da un’azienda di Long Island che lo arricchisce di involucri di semi di cacao). L’insalata più famosa è composta di ben 14 ingredienti, tra foglie, erbe e fiori.

I fiori sono protagonisti anche dell’insalata – icona di Rosemary, ristorante italiano che serve i vegetables direttamente dall’orto sul tetto. Le origini italiane si percepiscono inforcando i fiori di zucchina, ingrediente peculiare della famosa Rooftop-Garden Herb Salad.

Ma siccome ad ogni stagione corrispondono germogli diversi, Vesta propone il mix di greens stagionale, in modo che la freschezza degli ingredienti non sia mai messa in dubbio. L’avventura è cominciata quando il ristorante decise di rifornirsi di verdure dal coltivatore urbano Ben Flanner, che negli anni diede vita al Brooklyn Grange, un sistema di coltivazione sui tetti che coinvolge diversi palazzi, dimessi e non, di New York City.