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Il mercato in piazza Römerberg

Il mercato di Natale di Francoforte nella cornice storica della città vecchia è uno dei più antichi e più belli mercati di questo tipo e attira ogni anno milioni di visitatori da tutto il mondo. Con oltre 240 bancarelle è uno dei mercati più grandi della Germania.

Francoforte
courtesy of ©Seifert Frank

Lo sfondo storico è unico, quello della piazza Römerberg, cuore antico di Francoforte. Risalgono al 1393 i documenti che attestano la presenza di mercati nel periodo di Natale a Francoforte sul Meno. Accanto al mercato avevano spesso luogo sacre rappresentazioni nella Römerberg che ebbero inizio probabilmente nel 941, al tempo del re Ottone I “il grande”. Un momento culminante dello sviluppo storico del mercato francofortese è segnato dall’anno 1498 quando a Natale si celebrarono le nozze tra il langravio Guglielmo d’Assia e la figlia del principe elettore del Palatinato. Le cronache riportano una schiera di 1000 cavalli con i quali il principe elettore, il suo seguito ed i suoi ospiti fecero il loro ingresso a Francoforte.

Al “Christkindchesmarkt” di allora mancava però ancora il simbolo del mercato di Natale dei nostri giorni: l’albero. Solo all’inizio del 19esimo secolo l’abete natalizio è diventato una decorazione di uso comune. A Francoforte sul Meno i commercianti di Sachsenhaus avevano il privilegio di offrire in vendita nella Römerhalle nel periodo precedente a Natale gli alberi migliori. Col passare del tempo questa vendita si è spostata davanti al Römer, il municipio.

A quell’epoca il mercato di Natale, il Christkindchesmarkt, era una tradizione esclusiva della città, alla quale nessuna persona estranea poteva accedere, e assunse in questo modo nel tempo caratteristiche tipicamente francofortesi. Accanto ai migliori prodotti dell’artigianato locale trovavano posto giocattoli, dolciumi e regali di natale. I giocattoli erano per lo più carrelli di legno e bambole di stoffa. Più avanti fecero la loro comparsa anche cavallini di legno e cavalli a dondolo.

Fino a circa l’inizio della seconda guerra mondiale a Francoforte sul Meno vigeva un’usanza particolare e sconosciuta a qualsiasi altra città che aveva luogo nel periodo precedente al Natale e che può essere chiamata “usanza dei giganti a forma di Nikolaus”. Per la costruzione di queste figure alte fino a due metri e fatte con la pasta dei tipici dolcetti di panpepato, i Lebkuchen, gli scolari delle scuole superiori e private raccoglievano denaro e portavano ai loro insegnanti l’opera dipinta con lo zucchero, per poi gustarla tutti insieme.

I “Brenten”, i “Bethmännchen” e i “Quetschemännchen” sono specialità tipicamente francofortesi e vantano una tradizione centenaria. In passato venivano preparati in grandi quantità nelle case borghesi della città. Nell’Ottocento gli amanti usavano mandare a casa della donna corteggiata un “Quetschemännchen”, un omino di prugne secche. Se l’amata lo teneva con sé era motivo di speranza, mentre se lo rimandava indietro significava che le i sentimenti dello spasimante non venivano corrisposti.

Uno dei più grandi ammiratori delle specialità del vecchio mercato di Natale di Francoforte era Johann Wolfgang von Goethe, che anche come membro del Consiglio Segreto nella lontana Weimar riceveva ogni anno dalla madre per la festa un pacchetto di Bethmännchen. Da dove derivi il nome del dolce ripieno di marzapane non è del tutto chiaro. Secondo una tradizione è Napoleone il responsabile, il quale durante una visita a casa del banchiere Bethmann a Francoforte pare avere detto “mi passi ancora i piccoli Bethmänchen!”.

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