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Bacha posh, le ragazze-bambino

Bambine travestite da maschio per godere qualche anno di libertà: Jenny Nordberg racconta un fenomeno dell’Afghanistan contemporaneo

Campo profughi
Thinkstock - Photo by Majid Saeedi/Getty Images

Jenny Nordberg è una giornalista Premio Pulitzer che ha trascorso molto tempo in Afghanistan, dove si è imbattuta in un fenomeno che già qualche associazione, qualche reporter, qualche attivista aveva cercato di portare alla luce, ma lei lo ha trasformato dopo anni di indagine in un libro di ampio respiro appena pubblicato. Si intitola ‘Le ragazze segrete di Kabul’ (Piemme) e parla dell’incredibile storia delle bacha posh, bambine afghane che si vestono e vivono da maschi fino al raggiungimento della pubertà per riuscire a godere di quella libertà che al loro genere è negata.

Facciamo un passo indietro. In Afghanistan, soprattutto quello rurale, ci sono tantissime ragioni per augurarsi di nascere maschi. Ragioni che esulano dai desideri, ma piuttosto motivazioni pratiche e culturali. Per esempio si potrà studiare, lavorare, si potrà andare in giro a volto scoperto (anzi, si potrà andare in giro, punto), si potrà scegliere cosa diventare, seppur nell’ambito ristretto di scelte che si possono fare in un paese flagellato da decadi di guerre. Non solo: si potrà aiutare la famiglia economicamente, fare in modo che la propria made non venga disonorata agi occhi della società, si eviteranno le botte e gli abusi sistematici. Motivazioni non da poco: in un paese dove i diritti civili e umani sono spesso un miraggio, essere uomo ne garantisce una consistente mole in più rispetto a quelli che interessano una donna. Cosa fare dunque? Diventare uomo, ennesima tappa di un percorso in cui si fatica a vedere il traguardo. Trasformarsi da bambine in bambini, e crescere, fino alla pubertà, come i maschi, con la loro libertà, i loro privilegi e la loro rispettabilità, che per osmosi si estende alla famiglia. Ecco chi sono le bacha posh, sono bambine vestite da ragazzo dalle loro madri, che in questo modo guadagnano la rispettabilità di avere il figlio maschio che non è mai arrivato (condizione considerata disonorevole) e allo stesso tempo garantiscono alle bimbe un periodo seppur limitato di libertà.

Capelli corti, abbigliamento maschile, un nuovo nome, le bacha posh custodiscono un segreto-non segreto: il fenomeno è assai diffuso, anche in Pakistan, e la maggior parte dei conoscenti della famiglia sa bene che sotto il cappellino da baseball c’è una bambina, ma vi è una sorta di tacita accettazione. Le bimbe che diventano bimbi possono cominciare ad uscire da sole o con le sorelle, possono andare a studiare e a lavorare per aiutare la famiglia, possono praticare sport, il tutto fino al momento in cui dovranno tornare ad essere donne, pronte al matrimonio e a fare figli (maschi, naturalmente).

Ovviamente crescere ‘libere’ e ritornare improvvisamente alla prigione del genere femminile non è facile, e per molte il nuovo passaggio è traumatico, altre decidono di non tornare mai più indietro e anche da adulte continuano a fingersi uomini. Tante le storie e le testimonianze delle bacha posh raccontate nel volume di Jenny Nordberg, che rivelano una piccola parte di quella che è la condizione femminile in Afghanistan oggi.