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Volti di guerre

Al via la quinta edizione del Photographic Portrait Prize. La competzione internazionale indetta dalla National Portait Gallery di Londra. In mostra fino al 28 febbraio sessanta ritratti selezionati tra le 7mila opere provenienti da tutto il mondo.

Fotografia di Ivor Prickett
© Ivor Prickett

E’ giunto alla sua quinta edizione il Photographic Portrait Prize, il prestigioso premio internazionale istituita dalla National Portait Gallery di Londra. Come ogni anno i giudici hanno selezionato 60 ritratti – che saranno in mostra presso la galleria londinese fino al 24 febbraio 2008 – scelti tra i lavori di alcuni dei migliori fotografi emergenti.

Quest’anno la scelta delle opere è stata molto ardua per la giuria: lo stesso direttore della National Portait Gallery, Sandy Nairne, ha infatti affermato che il 2007 è stato l’anno più intenso sia dal punto di vista della quantità che della qualità dei ritratti sottoposti alla selezione. Selezione ardua quindi per i cinque membri della giuria che hanno dovuto scegliere tra poco meno di 7mila ritratti inviati da 2.700 fotografi.

Tra le opere concorrenti quest’anno manca l’Italia – prestigio che nel 2006 era spettato a Ljudmilla Socci, fotografa di Ancona -, ma il Photographic Portrait Prize lancia comunque uno sguardo attento su opere provenienti da tutto il mondo. Una selezione che abbraccia ogni differente stile, senza nessun tipo di esclusione. Che siano fotografie dei propri amici o parenti, che siano frutto di reportage fotografici, di lavori amatoriali realizzati durante un viaggio di piacere, l’importante è che siano foto in grado di saper narrare.

E quest’anno a vincere, senza ombra di dubbio, è stata la disperazione e, nello stesso tempo, il coraggio di ricominciare proprio di chi è stato vittima degli abomini delle guerre. Ad aggiudicarsi il primo premio è stata, infatti, Joseline Ingabire with her daughter Leah Batamuliza, Rwanda, opera del fotografo Jonathan Torgovnik. Negli occhi di una madre tutto il dolore e la dignità di un popolo sottoposto alle orrende torture del genocidio avvenuto in Rwanda nel 1994. Joseline ha visto uccidere il marito davanti ai suoi occhi, proprio mentre aspettava la sua prima figlia. Viene poi rapita e violentata. Violenza da cui è nata la seconda figlia. Il dramma di una madre divisa tra il frutto dell’amore e quello dell’orrore. Il ritratto è stato realizzato da Torgovnik – 38 enne di Tel Aviv che ha iniziato la sua carriera come fotografo dell’esercito israeliano – dopo aver intervistato Joseline ed essere stato colpito sin dall’inizio dalla bellezza di quella splendida madre.

Ad aggiudicarsi il secondo premio è stato Lucila, a.m. ritratto realizzato dalla giovane Julieta Sans – argentina trapiantata a Londra – che ha immortalato la sua amica Lucila nella sua camera da letto nella sua vecchia casa d Buenos Aires.

Al terzo posto della prestigiosa selezione, troviamo poi Janine from Reality Crossings di Michelle Sank, fotografa nata nel 1953 a Capetown, in Sud Africa, che ha immortalato una delle teeenagers che vivono nella Schifferkinderheim – casa dei bambini- di Mannheim in Germania. Il ritratto fa parte della serie Reality Crossing. Al quarto posto troviamo infine Alice & Fish – della serie Relations – dell’inglese David Stewart che ha ritratto sua figlia nel 2006.

Ad aggiudicarsi il Godfrey Argent Award, premio riservato a giovani fotografi under 25, è stato l’irlandese Ivor Prickett con il suo Slavica feeds her baby son Nikola while her husband Nebojsa sleeps. Ancora una volta una madre che si confronta con gli abomini di una guerra. Questo ritratto fa, infatti, parte della serie The Quiet After the Storm, nata dal lungo viaggio fatto dall’artista in Croazia, dove ha incontrato e fotografato molte famiglie di origine serba al loro ritorno nel paese natale dopo la guerra dei Balcani. Nelle sue foto tutta la disperazione, la voglia di vivere e il desiderio di poter ricostruire la propria casa e la propria vita.

Photo: Winner of theGodfrey Argent Award 2007
SlavicaFeeds her baby son Nikola while her husband Nebojsa sleepsby Ivor Prickett 
© Ivor Prickett