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Dove cantano le nuvole

Un film straordinario dedicato al percorso artistico degli Inti Illimani, a seguire un concerto che si preannuncia emozionante, quello di Daniele Silvestri. Accade all’Auditorium di Roma, in una serata evento da non perdere.

Dove cantano le nuvole

“Chissà cosa pensava il mio amico Francesco quando iniziava, quasi per gioco, a fare questo film. A raccontare questa storia. Chissà se immaginava di ritrovarsi pian piano da quella stessa storia inghiottito, perso tra il prima e il dopo, tra il nord e sud di un percorso che non ha più (se l’ha mai avuta) un’unica direzione. Chissà se anche lui come me, mi chiedo oggi mentre scorrono quelle immagini e quelle note senza tempo, ha scoperto a poco a poco che quella favola che ci aveva incantato nella nostra infanzia era ancora viva e “ancora importante””. Daniele Silvestri

Abbiamo incontrato Francesco Cordio, regista del film, che ci introduce nella vicenda di un gruppo storico  e ci racconta di una ricerca mai interrotta.

Come è nata l’idea del film?
F.C. “Il mio rapporto con la musica degli Inti-Illimani risale ai primi anni ’70,  gli anni della mia infanzia. Sono cresciuto infatti ascoltando le loro cassettine. Ricordo come se fosse ora, quando mio padre le metteva nell’autoradio o a casa.
All’epoca non capivo granché del significato dei loro testi,  ma quei suoni e quella lingua erano già capaci di ipnotizzarmi e trattenermi estasiato davanti al mangianastri.
Per molti ragazzi della generazione precedente alla mia, le canzoni dei Beatles sono state importanti per l’apprendimento dell’inglese. Così è accaduto anche a me, ma con lo spagnolo e grazie alle canzoni degli Inti, che sentivo come qualcosa di molto familiare.
Quando poi nell’estate del 2005 ho incontrato casualmente il loro tour manager, l’idea è venuta da sé.
Positivamente sorpreso dal fatto che il gruppo che credevo ormai in pensione, non solo era ancora in attività, ma aveva subìto tanti cambiamenti negli anni, e mosso da un insieme di stima e voglia di saperne di più, non ho potuto fare a meno di volerli conoscere, per capire se fosse possibile realizzare un documentario sulla loro storia.
Mi è stato quindi presentato Jorge Coulon, una delle pietre miliari del gruppo.
Dalla sua immediata disponibilità e dalla passione con cui mi raccontava la storia del gruppo, ho capito che l’avventura del film poteva cominciare.
Ho chiesto infine la collaborazione del mio amico Paolo Pagnoncelli e del produttore Andrea Petrozzi, insieme ai quali mi sono imbarcato per il Cile, cominciando questa meravigliosa avventura al seguito degli Inti, durante uno dei loro tour”.

In viaggio nella storia di un paese e di un momento storico e politico, un documentario o un film?
F.C. “Una delle cose belle di questo film è che durante il viaggio vero e proprio attraverso il Cile al seguito del gruppo esce fuori la storia degli Inti-Illimani ma anche quella del loro paese. Percorriamo dal sud al nord quella lunga e stretta lingua di terra e incontriamo tra un concerto e l’altro i loro parenti, gli amici di una vita, i compagni di battaglie e di musica. E grazie alle loro parole e alla loro musica impariamo a conoscere anche i nuovi componenti del gruppo”.

Un regista italiano per raccontare una storia latina. Le canzoni degli Inti Illimani in Italia negli anni ‘70 supportavano i cortei di protesta. Quale credi sia oggi la percezione di questo gruppo storico…
F.C. “Se oggi facessi ascoltare un disco della formazione attuale degli Inti-Illimani ad un ascoltatore medio, probabilmente faticherebbe a capire che si tratta degli Inti-Illimani.
La proposta musicale della formazione attuale, che annovera anche dei giovanissimi di talento e con grande preparazione accademica, è affascinante, forte e non più legata agli schemi musicali del vecchio repertorio.
Purtroppo mi rendo conto che in Italia la loro sovraesposizione e onnipresenza alle manifestazioni e alle feste dell’Unità ne ha creato uno stereotipo dal quale fuggire.
Basterebbe avere solo la pazienza di ascoltare due o tre brani della nuova produzione per innamorarsene ancora una volta”.

E poi a sorpresa l’incontro con  Daniele Silvestri, le immagini di un concerto-evento…
F.C. “Sapevo di trovare in Daniele Silvestri un altro fan della musica degli Inti così, ho organizzato e filmato il loro primo incontro sulla spiaggia di Fregene, la cittadina dove Daniele vive.
Da qui le varie collaborazioni ed un bellissimo concerto a Roma davanti a diecimila persone (documentato nel film) e la canzone “Ancora importante” presente nel disco  di Daniele “Il Latitante”.

Il film ha percorso circuiti e festival internazionali davvero importanti, sei soddisfatto?
F.C. “Per essere il mio esordio alla regia di un film, dopo tanti anni di teatro e tv, non posso che dirmi soddisfatto.
Il film è stato invitato ad alcuni tra i festival mondiali più importanti tra cui quello di Viña del mar (Cile),  quello de L’Avana (Cuba) e poi Toronto, Rio de Janeiro, Istanbul…
Devo anche aggiungere che un altro motivo di grande soddisfazione è stato realizzare un film con la colonna sonora degli Inti-Illimani, una fortuna che non capita tutti i giorni”.

A cosa stai lavorando ora?
F.C. “In questi giorni sono impegnato nella scrittura di un soggetto per un lungometraggio e sto finendo di montare un docu-film su un altro musicista… Daniele Silvestri”.

[…] Quello che ora so, insomma, e che forse istintivamente sentivo già da bambino, è che gli Inti sono un treno, partito ormai più di quarant’anni fa, che non si è mai più fermato. E non si è fermato, malgrado la storia e il tempo ci abbiano provato più volte, non solo per la loro invidiabile forza e convinzione, ma soprattutto perché un mondo intero ha voluto e vuole che quel treno continui a correre. Negli anni si sono perse carrozze, altre sono state aggiunte. E altri treni sono nati dalle sue costole. E com’è naturale per un così longevo e glorioso servizio, da rivoluzionario che era il locomotore si è fatto anche saggio. Non nasconde tracce e vessilli del suo lungo e faticoso cammino, ma trasporta ancora i sogni più forti, più grandi, più coraggiosi. Quando ci sali e vieni avvolto da quella musica antica, guardare fuori significa accorgersi che il mondo intorno, da qualche parte e in qualche tempo, deve avere imboccato la galleria sbagliata. Il viaggio giusto è ancora lì, su quel treno. Fate il biglietto e accomodatevi in carrozza”.
 
Parola di Daniele Silvestri.

Martedì 10 marzo 2009
Roma, Auditorium Parco della Musica
Sala Santa Cecilia
Ore 20, 00
Dove cantano le nuvole
Di Francesco Cordio e Paolo Paglioncelli
Ore 21,30
Daniele Silvestri
in concerto con la partecipazione di Jorge, Daniel, Juan
degli Inti Illimani
Info 06 802 41 281
www.auditorium.com

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