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Parigi multiculturale

In viaggio tra i quartieri della capitale francese alla scoperta delle diverse etnie e degli stili di vita. Un caleidoscopio culturale dove si mischiano tutti i colori e gli odori di una città incredibilmente cosmopolita

Multiculturale
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Camminare per le strade di Parigi è come fare un giro intorno al mondo. Sono tantissime le etnie rappresentate, ognuna con la propria comunità di riferimento, le sue vie, i suoi quartieri, i suoi negozi e ristoranti. Dai paesi del Maghreb alle Antille, dall’Africa all’Indocina, la storia coloniale francese ha da sempre alimentato il fenomeno dell’immigrazione, favorendo con il tempo la creazione di un caleidoscopio di culture diverse.

Una città multietnica, dove si sentono parlare decine di lingue e dove l’atmosfera cambia repentinamente a seconda della zona che si attraversa. Tra gli immigrati radicati da più tempo ci sono i cinesi: una comunità rilevante si trova a Belleville, quartiere che accoglie al tempo stesso un pour pourri di etnie diverse, tuttavia la vera Cinatown parigina è situata nella la zona di Place d’Italie, a sud della città. Il contesto architettonico del quartiere è abbastanza impressionante: enormi palazzoni di cemento si susseguono con una densità che lascia spaesati; tutto attorno decine di ristoranti dalle insegne multicolori, negozi di merce cinese e alimentari che sprigionano gli odori più esotici dell’oriente.

Anche i giapponesi hanno la loro zona, in corrispondenza dell’Opera Garnier. Una comunità tuttavia molto diversa, che annovera perlopiù uomini d’affari e impiegati di aziende nipponiche. Questi si ritrovano soprattutto in rue Saint Anne, la via in cui sono concentrati i migliori ristoranti di cucina tradizionale giapponese.

Africani e antillesi abitano prevalentemente a nord di Parigi, in particolare nella zona di Barbès, dove la domenica mattina si svolge uno coloratissimo mercato dalle infinite qualità di ortaggi, spezie e prodotti tipici. La musica costituisce un aspetto privilegiato nella vita della comunità afro: proprio a Parigi, all’inizio degli anni ’80 venne lanciato lo “zouck”, musica di origine africana e antillese; questo fenomeno ha alimentato un progressivo interesse  per la world music, che oggi a Parigi è ben rappresentata dall’annuale “Fete de la Musique“, celebrata ogni 21 giugno.

Barbès ospita anche una discreta comunità di magrebbini, che tuttavia risiede numerosa anche nella zona di Belleville. Il luogo più affascinante della cultura araba rimane però la grande moschea di Parigi, un edificio d’epoca costruito agli inizi del Novecento: all’interno si trova un hammam suntuoso dai pregiati marmi colorati, un ottimo ristorante con terrazza e salone del té, entrambi impreziositi da pannelli di legno intagliati e maioliche dipinte.

Appendice della moschea è l’ IMA (Istituto del Mondo Arabo), ospitato in un edificio avveniristico in metallo e vetro, appositamente progettato da Jean Nouvel per unire innovazione e tradizione: la facciata hi-tech è dotata di un dispositivo simile al diaframma, in grado di modulare la luce in entrata, riproducendo al tempo stesso gli arabeschi tipici dell’iconografia islamica.

Situato invece nel cuore della città, precisamente al Marais, il quartiere ebraico è l’unico tra questi che si contraddistingue per il lusso e la fremente attività turistica e commerciale. La via più caratteristica è rue de Rosiers, dove si susseguono rosticcerie e ristoranti che servono, tra le altre prelibatezze, le migliori falafel di Parigi.

Per approfondire la storia di queste comunità vale la pena visitare la Cité national de l’Immigration, un museo e centro di documentazione interamente dedicato alla storia degli immigrati in Francia negli ultimi due secoli.

Belleville: Rue de Belleville (20°arrondissement)
Cinatown: Place d’Italie (13° arrondissement)
Zona giapponese: rue Saint Anna (1°arrondissement)
Quartiere Africano e arabo: rue de la Goutte d’Or (18°arrondissement)
Moschea islamica: 2, bis place du Puits de l’Ermite (5°arrondissement)
Istituto del mondo arabo: rue des Fossés Saint-Bernard, Place Mohammed V (5°arrondissement)
Ghetto ebraico: rue de Rosieres (4°arrondissement)
Cité national de l’historie de l’immigration: 293, avenue Daumesnil (12° arrondissement)