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Fish Tank. La ragazza nel suo acquario

Sul grande schermo, il romanzo di formazione di Andrea Arnold, tra desolazione e speranza

Katie Jarvis

Avevamo già avuto un assaggio del talento della regista inglese Andrea Arnold con il cortometraggio “Wasp”, vincitore dell’Oscar nel 2004, e con “Red Road“, lungometraggio che ottenne nel 2006 il Premio della Giuria a Cannes. Con il nuovo film, in uscita nelle sale italiane il 25 giugno – distribuito dalla One Movie – , dal titolo “Fish Tank“, la regista si riconferma più che promettente. Anche in questo caso infatti è riuscita ad ottenere il prestigioso Premio della Giuria di Cannes (2009).

Lo scenario è quello dell’Inghilterra più ai margini e desolata che possa venire in mente, quella descritta magistralmente da registi del calibro di Ken Loach o Mike Leigh. Ma la Arnold è capace di fare sua la lezione dei due grandi colleghi e di aggiungere un tocco delicato, femminile.

La protagonista è l’adolescente Mia (Katie Jarvis), problematica, ingestibile, tremendamente sola, chiusa dentro al suo acquario (il “fish tank” del titolo), appassionata di danza hip-hop (ma scordatevi balletti spumeggianti e alla moda), con una madre (Kierston Wareing) che si comporta come una sorella, naturalmente con problemi d’alcool (tanto che il cane di famiglia si chiama come la marca di una birra) e una sorella piccola che utilizza il turpiloquio di un camionista. La loro vita è arida e senza vie d’uscita. Un raggio di sole sembra arrivare quando fa ingresso nella loro casa e nella loro vita Connor (Michael Fassbender), il fidanzato del momento della madre. Le cose sembrano prendere la giusta piega, e il film abbandona il descrittivismo realista per intraprendere una strada più fragile e difficile: quella del racconto delle relazioni tra le persone, delle tensioni non dette, dei sentimenti espressi con ritrosia. E lo fa con dolcezza, ma sul filo del rasoio: si sente il sapore del disastro sempre dietro l’angolo.

Gli attori sono diretti in maniera esemplare, la prova dell’esordiente Katie Jarvis è perfetta e Fassbender  si può dire che sia il cuore pulsante di tutto il film, ma anche gli attori minori aggiungono un tocco speciale che rende il film più vero. Il film non ha sbavature, scivola via senza essere mai scontato o prevedibile, l’unico appunto che si può fare è di non essere originale nelle tematiche affrontate.

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