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Il filo che si intreccia come simbolo della vita

Un artista – stilista che attraverso il filo crea opere che racchiudono in sé i segreti dell’arte, della moda, dell’architettura, della matematica, della vita: Emilio Cavallini

Emilio Cavallini, Biforcazione stabile

Colore, tanto colore, e forme di tutti i tipi, linee, rombi, stelle, ma anche fiori e teschi, e poi materia, sabbia, pizzo, tessuto, un tripudio che fa avvertire dietro ogni creazione una testa pensante, una ricerca tesa a trovare la bellezza delle cose. Tutto questo accade con le opere di Emilio Cavallini, quelle più propriamente legate al mondo dell’arte ma anche tutte le sue calze, realizzate dall’azienda da lui creata, Stilnovo, che esporta in tutto il mondo i suoi prodotti di alto livello. Un legame indissolubile tra la ricerca artistica e quella produttiva, due mondi che si somigliano anche se potrebbero sembrare molto lontani. Emilio Cavallini riesce a stare in bilico tra queste due forme espressive, sempre elaborando concetti nuovi e mettendoci dentro tutte le sue passioni. Arte, moda, ma anche architettura e matematica, si incontrano nelle sue creazioni, e in particolar modo nell’ultima performance da lui elaborata e che sarà un work in progress nello spazio della Triennale di Milano.

La materia prima è un filo, simbolo della vita umana, come quello tessuto dalle mani sapienti delle Parche, che servirà a costruire la sua opera dal titolo Trasfigurazione, la cui base è il Modulor, “una gamma di misure armoniose per soddisfare la dimensione umana, applicabile universalmente all’architettura e alle cose meccaniche”, come lo definiva il suo inventore Le Corbusier, che agiva nel solco della tradizione vitruviana, basata sulla ricerca di un prototipo umano su cui basarsi per costruire il mondo intero. Cavallini infarcisce la sua opera di significati, oltre alla perfezione matematica, sceglie di utilizzare un filo grigio, non colore per eccellenza, in modo da dare risalto alla forma, e all’uomo che idealmente dovrebbe porsi all’interno dell’opera stessa.

Un’opera in divenire, che crescerà col passare dei giorni e riempirà gli spazi della Triennale, accompagnata da trenta lavori realizzati negli ultimi dieci anni e tutti accomunati dalla citazione dell’artista posta all’ingresso della mostra: “Se voglio essere me stesso devo cercare uno uguale a me dentro di me”.

Dal 16 al 27 febbraio 2011
Triennale di Milano
Viale Alemagna, 6
Milano

Martedì, mercoledì, sabato e domenica, dalle 10.30 alle 20.30
Giovedì e venerdì, dalle 10.30 alle 23.00

Ingresso libero

Per ulteriori informazioni:
www.triennale.org

Didascalia opera:
Emilio Cavallini, Biforcazione stabile – Parete 300 x 300 cm

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