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La storia in bianco e nero della resistenza NO TAV

La B>gallery cafè di Roma ospita la mostra fotografica itinerante a cura di Sergio Casella

Resistenza NO TAV,  fotografie di Iskra Coronelli
Foto @ Iskra Coronelli

Il wine bar B>gallery, nel cuore di Trastevere, ospita dal 22 febbraio al 10 marzo “RESISTENZA NO TAV” la mostra fotografica itinerante di Iskra Coronelli, a cura di Sergio Casella.

L’indagine fotografica parte il 21 Aprile 2012 all’interno di un vagone notte fermo nella fabbrica RSIa Roma, occupata dai lavoratori per protestare contro la chiusura dell’attività, e che prosegue poi spontaneamente e volutamente su treni in movimento, sedi non convenzionali, centri autogestiti e ovunque sia stato possibile esporre per far conoscere una realtà di cui si parla sempre poco.
E’ la storia, in bianco e nero, di una “stagione” all’interno del movimento NO TAV che da oltre vent’anni lotta contro la rete di trasporto dell’alta velocità, causa di devastazione ambientale nella Val di Susa, in Piemonte.  La storia di un popolo che si è trasformato in movimento per opporsi allo stupro di un territorio, alla realizzazione di una grande opera inutile: la linea ferroviaria alta velocità Torino-Lione.

Una mostra itinerante, un reportage che la giovane autrice romana Coronelli ha deciso di portare direttamente in giro per l’Italia, per poter essere a contatto diretto con la gente e spiegare lei stessa quello che si vive in Val Susa.
Una selezione d’immagini che trasmettono il vissuto di tanto girovagare, che si arricchisce nel suo percorso delle storie di tanti altri con i quali Iskra ha condiviso molto: dalla lotta per rivendicare diritti comuni, alla presa di coscienza di agire in territori e situazioni già troppo devastati dalle mafie.

“Una testimonianza sulla resistenza NoTAV diversa dal solito – spiega la Coronelli –  diversa dalle scene, alle quali ci hanno abituati, che pretendevano di ridurre l’opposizione all’ennesimo atto di cementificazione made in Italy ad uno scontro tra un movimento e le forze dell’ordine”.

Le fotografie sono state sviluppate in bianco e nero quasi a voler testimoniare la drammaticità della rovina di un paesaggio distrutto dalla mano dell’uomo e parallelamente anche per dare la possibilità a tutti di riflettere sulla condizione del nostro tempo.
“Penso che la resistenza NO TAV sia laddove ci sentiamo coinvolti in prima persona – spiega l’autrice –  dove capiamo di dover fare qualcosa per tentare di salvare il salvabile, prima che sia troppo tardi”.
 

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