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Tina Modotti, la pasionaria

Le immagini più evocative della carriera di Tina Modotti, una donna libera e una fotografa rivoluzionaria, in mostra a Roma

Tina Modotti
Tina Modotti ritratta da Edward Weston. ©AP

Una biografia degna di un romanzo, una vita che ha del leggendario, un nome che è rimasto scolpito tra i ‘mostri sacri‘ del XX secolo: Tina Modotti è un personaggio la cui memoria evoca parole altisonanti, come rivoluzione, avventura, politica, libertà, emancipazione, arte. E soprattutto fotografia. Una mostra presso l’AuditoriumArte dell’Auditorium Parco della Musica di Roma, prodotta da CinemaZero e presentata dalla Fondazione Musica per Roma in collaborazione con Contrasto, ripercorre attraverso gli scatti fotografici la carriera, tutto sommato breve eppure indelebile, di Tina Modotti, la pasionaria.

Quando si nasce in un paesino della provincia friulana da una famiglia proletaria è difficile immaginare che si arriverà a diventare uno dei personaggi simbolo di un’epoca. Assunta Adelaide Luigia Modotti Mondini, meglio nota come Tina Modotti, nasce in provincia di Udine nel 1896, ma le difficoltà economiche della famiglia la costringeranno presto ad emigrare al seguito del padre. Già dall’infanzia, Tina si ritrova ad espatriare, e tra una peripezia e l’altra approda nel mondo del cinema. Attrice e modella, l’amore ben presto la porterà a vivere in Messico, dove conoscerà il mondo dell’impegno politico e sociale. Tra storie d’amore degne di una soap opera, Tina si stabilisce a Città del Messico.

Nel frattempo grazie al compagno Edward Weston si avvicina al mondo della fotografia (già le era familiare grazie allo zio Piero Modotti che aveva uno studio fotografico a Udine), e un poco alla volta acquisisce dimestichezza e con uno sguardo tutto suo comincia a ritrarre il mondo che la circonda. Siamo in anni di pieno fervore, in cui parlare di rivoluzione è più che mai realistico: Tina intensifica i suoi rapporti con diversi attivisti politici, antifascisti e artisti messicani, frequenta intensamente i muralisti (dei quali diventa fotografa ufficiale) immortalando i lavori di Diego Rivera e José Clemente Orozco, tra i tanti. Diventa amica di Frida Kahlo e fotografa ufficiale de El Machete, la rivista ufficiale del Partito Comunista Messicano. In questo periodo la sua fotografia si allontana dai ritratti naturalistici con i quali aveva cominciato, per divenire il mezzo ufficiale di denuncia sociale: operai, lavoratrici, proletari, rivoluzionari, contadini, donne, madri. Partecipa a manifestazioni e riunioni politiche.

Ma siamo in anni di fervore e allo stesso tempo di repressione, ed ecco che come è accaduto a molti Tina viene espulsa dal Messico con una motivazione pretestuosa. La sua vita avventurosa continua quindi in Russia e in Francia, dove compie missioni per i comunisti, fino a gettarsi a capofitto nella guerra civile spagnola, dove conoscerà personaggi del calibro di Hemingway, Capa, Malraux. Morirà in circostanze misteriose a Città del Messico, rientrata clandestinamente, e sulla sua morte è spesso stato invocata l’accusa di complotto.

Difficile riassumere in modo conciso la vita avventurosa di Tina Modotti, una donna che si è emancipata con largo anticipo sul mondo intero, che ha dato scandalo per la sua esistenza libera, che si è impegnata nel sociale, nella politica, che ha creduto appassionatamente negli ideali e ha amato i suoi compagni di vita con grande intensità. La sua storia pressoché leggendaria, ignorata per moltissimi anni da una sorta di revisionismo storico che per decenni ha ammantato cultura ed istituzioni, viene oggi rimessa in luce e riconsiderata grazie ai suoi scatti. La mostra a Roma espone sessanta tra gli scatti più evocativi del suo percorso umano e politico, in particolare i capolavori del periodo messicano, quello in cui la sua carriera di fotografa raggiunse l’apice.

Tina Modotti, fotografa si inserisce nella rassegna La fotografia al femminile inaugurata  a dicembre con Charlotte Rampling. Album segreti, che proseguirà con le mostre dedicata alle fotoreporter che hanno raccontato la guerra ma anche la vita quotidiana (le fotografe della mitica rivista americana LIFE) e, a seguire, uno sguardo sulla creazione contemporanea delle giovani autrici italiane (Odd Days: – collettivo di fotografe under 35).

Tina Modotti, fotografa
Dal 14 marzo al 7 aprile  2013
ingresso libero
AuditoriumArte
www.auditorium.com

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