Jordan e Nike insieme da trent’anni

Più passa il tempo e più il nome di Michael Jordan, il più grande giocatore di basket di tutti i tempi, diventa leggenda o, meglio, fiaba. Ed il suo brand, il cosiddetto “jumpman”, sviluppato trent’anni orsono in partnership con Nike, aumenta di valore. Al punto che, a distanza di ben dodici anni dall’ultima partita ufficiale del campione, anche l’All Star Game 2015, tra gli eventi più seguiti in assoluto del campionato di pallacanestro americano (i.e. Nba, National basketball association), disputatosi lo scorso weekend al Madison Square Garden di New York, ha reso omaggio a “His Airness” con una mostra che, di fatto, celebra le sue nozze di perla con Nike, l’azienda di Beaverton (Oregon , Usa) identificata tour court con il suo logo a mo’ di baffo (i.e. swoosh). Nel weekend di San Valentino, al civico 401 della 7th Avenue, i cultori del basket accorsi a New York City per assistere alle prodezze dei campioni Nba – dalla gara delle schiacciate a quella del tiro da tre punti fino alla sfida tra il meglio della  Eastern Conference contrapposto alla selezione della Western Conference – hanno potuto visitare il Pearl Pavilion e rivivere attraverso le gesta di Michael Jordan il meglio degli ultimi 30 anni della pallacanestro. E non solo.

Hallway of greatness ovvero le sneaker che hanno fatto la storia del Jordan brand negli ultimi 30 anni opportunamente contestualizzate all’interno del Pearl Pavillion di New York con disegni, foto e memorabilia esclusivi

Cinque le sezioni o, meglio, le aree esperienziali  principali che scandiscono il percorso della mostra celebrativa del Pearl Pavillion: “I’m not Michael, I am Jordan”, dedicata alla cosiddetta Jordan family composta dagli atleti testimonial del brand Jordan;  “Hallway of greatness”, comprendente foto e memorabilia del campione; “Photo boot system”, per creare un photo book personalizzato; “Skills training area”, per testare dal vivo una delle quattro sneaker esclusive ri-editate per l’occasione in versione Pearl da parte di Nike; “Last shot experience”, per vivere l’esperienza di alcuni tiri memorabili effettuati dal campione nel corso della sua carriera. Grazie a un braccialetto a tecnologia Rfid (i.e. Radio frequency identification) consegnato all’ingresso, i visitatori hanno avuto la possibilità, inoltre, di salvare sul proprio tablet o smart phone foto e filmati della visita interattiva effettuata nel Pearl Pavillion.

Last Shot Experience ovvero  i tiri memorabili di Michael Jordan a portata di mano grazie ad un sofisticato sistema digitale interattivo approntato nel Pearl Pavillion di New York

E per suggellare il legame di Michael Jordan con vecchi e nuovi fan, Nike, da una parte, e Footaction (Foot Loacker Inc.), dall’altra, hanno approntato, rispettivamente, una boutique high-tech all’interno del Pearl Pavillion ed un temporary store degno di una galleria d’arte contemporanea a Brooklyn. In particolare, all’interno del 166 Flatbush, il meglio della collezione firmata Jordan Brand insieme a tantissimi memorabilia arrivati direttamente da Chicago. In più la possibilità di acquistare articoli personalizzati. Unici.

Ampio, luminoso e caratterizzato da un fondo interamente decorato o, meglio, graffitato a mano, il pop up store 166 Flatbush propone esclusive personalizzazioni e special make up

A far la festa al campione è arrivata, infine, anche una star del calibro di Bugs Bunny, indimentabile co-protagonista del film Hare Jordan, che, a ventitré anni di distanza dal suo lancio, tornerà dalla prossima primavera a fare capolino sui capi di una capsule celebrativa che si preannuncia davvero unica. E tutti vissero felici e contenti.

A ventitré anni di distanza dalla sua prima proiezione nei cinema di tutto il mondo, Hare Jordan torna alla ribalta con una capsule collection di Nike in partnership con Warner Bros